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Tuttoscuola-AN e Forza Italia: braccio di ferro sugli istituti tecnici

Con riferimento alle notizie riportate la scorsa settimana da Tuttoscuola sul futuro dell'istruzione tecnica, che prendevano spunto da una dichiarazione dell'on. Mario Mauro, responsabile scuola d...

08/05/2004
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Tuttoscuola

Con riferimento alle notizie riportate la scorsa settimana da Tuttoscuola sul futuro dell'istruzione tecnica, che prendevano spunto da una dichiarazione dell'on. Mario Mauro, responsabile scuola di Forza Italia, l'ufficio scuola di Alleanza Nazionale ci ha inviato una nota nella quale ribadisce la sua posizione.

Mauro aveva avvertito: "sarebbe problematico accorgersi che una grandissima intesa sui temi dell'istruzione da parte della maggioranza viene messa in discussione quando si comincia a entrare nel merito". Ora AN precisa nella lettera a Tuttoscuola che "in riferimento alla nota dell'On.le Mauro già in passato e durante il dibattito sulla Riforma il Senatore Valditara ha espresso in più occasioni un netto dissenso a che l'attuale istruzione tecnica fosse attribuita alle Regioni confluendo nell'istruzione professionale. D'altro canto la legge 53 prevede tipologie diverse di liceo e per alcune di queste articolazioni in indirizzi. Confermiamo pertanto l'esigenza di un rafforzamento dell'istruzione tecnica nell'ambito del rinnovato liceo tecnologico e non invece la sua riduzione a istruzione professionale di quattro anni".

Per ora Forza Italia non ha replicato, ma la questione è politicamente delicata. Anche l'UDC infatti si è da tempo attestata sul versante opposto a quello presidiato da AN, e il Governo deve in qualche modo tener conto dell'ordine del giorno approvato a maggioranza dal Parlamento in occasione del varo della legge 53/2003, che lo stesso Governo aveva dichiarato di accogliere, favorevole ad utilizzare "la maggior parte degli istituti tecnici", insieme ai professionali, per costruire la "seconda gamba" del sistema di istruzione e formazione su un piano di pari dignità e consistenza rispetto a quella liceale.

Il fatto è che se passasse l'impostazione di AN, simile a quella assunta anche da Confindustria nel suo convegno di Vicenza dello scorso 20 aprile, il rapporto tra area liceale e area professionale sarebbe fortemente squilibrato in favore della prima, anche perché buona parte della domanda sociale che attualmente si rivolge agli Istituti professionali di Stato si sposterebbe sul versante liceale. Segnali che vanno in questa direzione si avvertono già ora: molti professionali stanno cercano di riconvertirsi o di attivare indirizzi liceali o almeno tecnici, temendo di restare i soli ad essere regionalizzati. E già le preiscrizioni alle prime classi dei professionali per il 2004-2005 sono crollate quasi ovunque, salvo che per l'indirizzo alberghiero. E' la mancanza di chiare indicazioni sulle prospettive e sulla consistenza del canale professionale a determinare le tendenze in atto. Ma più passa il tempo, e più probabile si fa lo scenario di un ritorno di fatto al modello panlicealista della legge 30 di Berlinguer, cui si affiancherebbe un minuscolo sistema di formazione professionale, gestito dalle Regioni: un "canalicchio", come qualcuno lo ha battezzato.