Tuttoscuola: Conoscere le lingue fa crescere il PIL
Purtroppo, però, la scuola italiana non incentiva il plurilinguismo''.
Uno studioso dell'università di Ginevra, François Grin, ha calcolato che se gli svizzeri smettessero di essere plurilingui il Pil del paese calerebbe del 10%. Lo ha riferito Francesco Sabatini, presidente onorario dell'Accademia della Crusca, nel corso dei lavori della terza edizione di 'Lapiazza delle lingue 2009 - esperienze di multilinguismo in atto'.
Per l'Italia, ha continuato Sabatini, il ragionamento va ribaltato. ''Dopo l'inglese, lingua di comunicazione mondiale, se tutti i cittadini del Nord Est studiassero l'ungherese o lo sloveno i rapporti economici con questi Paesi vicini migliorerebbero. Secondo questo principio di prossimità geografica i pugliesi dovrebbero studiare il neogreco o i siciliani il maltese. Purtroppo, però, la scuola italiana non incentiva il plurilinguismo''.
Per promuovere il plurilinguismo, nel corso della manifestazione, è stato redatto 'Il manifesto delle lingue' che verra' tradotto in tutte le lingue ufficiali dell'UE e nella lingua Romancia della confederazione Svizzera. Nel manifesto si legge che ''il multilinguismo aggiunge un forte potenziale all'economia delle società che lo praticano'' e che ''la scuola è terreno elettivo di impianto di tale principio''. Il manifesto sarà presentato ai governi dei 27 Paesi dell'Unione Europea, agli esponenti della Commissione e del Parlamento europeo.