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Tuttoscuola-Dibattito a sinistra-Riforma da modificare o da cancellare?

Dibattito a sinistra Riforma da modificare o da cancellare? Le riforme del governo Berlusconi sono da riformare o da cancellare? Un dibattito ferve a sinistra, tra i soggetti (partiti, mov...

07/08/2004
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Tuttoscuola

Dibattito a sinistra
Riforma da modificare o da cancellare?

Le riforme del governo Berlusconi sono da riformare o da cancellare? Un dibattito ferve a sinistra, tra i soggetti (partiti, movimenti, alcuni sindacati) che si collocano all'opposizione politica e sociale: che fare, domani, in caso di successo della coalizione che si propone come alternativa all'attuale governo? Che fare, per esempio, della riforma Moratti, citatissima in questi giorni?

La prospettiva, ormai non lontana, di verifiche elettorali di portata generale (anche le regionali del 2005 lo saranno) fa emergere in primo piano i temi programmatici: il bilancio delle cose fatte per il governo, la piattaforma delle cose da fare per l'opposizione che si candida a sostituirlo. Il tema della politica scolastica si presta bene a questo tipo di confronto perché la riforma Moratti, pur con qualche ritardo, è stata varata entro la prima metà della legislatura, e nel 2006, anno delle elezioni politiche, sarà già in fase di realizzazione, considerato che tutti i decreti legislativi dovranno essere adottati - ammesso che ci si riesca - entro il marzo 2005, e che quello che riguarda il primo ciclo sarà al terzo anno di applicazione (quarto per le 250 scuole primarie coinvolte nel progetto pilota).

Cha fare in questa circostanza? Che dire agli elettori, molti dei quali sono anche genitori di allievi interessati direttamente dalla riforma? Che si ricomincia tutto da capo? Francesco Rutelli, leader della Margherita, si deve essere posto il problema (ma prima di lui, qualche mese fa, se lo era posto quasi negli stessi termini anche Massimo D'Alema in un convegno di "Italianieuropei"), ed è giunto alla conclusione che la riforma va prima "sperimentata" e poi eventualmente rivista e corretta.

Una posizione riformista moderata, condivisa anche da Luciano Violante e dallo SDI, tesa a non destare preoccupazioni in una fascia di elettorato evidentemente considerata come l'ago della bilancia per il successo nelle elezioni del 2006. Ma immediatamente contestata dal partito, anch'esso trasversale una specie di subcoalizione degli abrogazionisti, da Bertinotti a Pecoraro Scanio, da Angius ad Alba Sasso e a Enrico Panini segretario della CGIL scuola, ora FLC.

Si fa dunque più stringente per l'opposizione la necessità di definire una piattaforma programmatica di politica scolastica comune e in qualche modo vincolante per l'intera, costituenda coalizione. Forse soltanto alla luce di precise proposte operative si potrà misurare in concreto il grado di scostamento/compatibilità di tali proposte con l'assetto che la scuola italiana avrà raggiunto nel 2006.
E' da notare, peraltro, che problemi di assestamento e implementazione della riforma Moratti si pongono anche per l'attuale maggioranza di governo, e che su alcuni temi (nuovi programmi, tutor, alternanza, valutazione, istruzione e formazione professionale) potrebbero essere fatte scelte che favoriscano il confronto piuttosto che lo scontro, in un'ottica costruttiva piuttosto che ideologica e di reciproca scomunica.


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