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Tuttoscuola-Immissioni in ruolo: come spartire il magro bottino

Immissioni in ruolo: come spartire il magro bottino Sono 15 mila i posti destinati alle immissioni in ruolo nella scuola e sono centinaia di migliaia i precari in graduatoria che attendono il pos...

14/05/2004
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Tuttoscuola

Immissioni in ruolo: come spartire il magro bottino

Sono 15 mila i posti destinati alle immissioni in ruolo nella scuola e sono centinaia di migliaia i precari in graduatoria che attendono il posto fisso.
Saranno inevitabilmente più i delusi dei premiati. Ma, mentre per chi è nelle posizioni medio basse di graduatoria, la rassegnazione è scontata, per chi invece si trova in pole position le decisioni che stanno per essere adottate tra Miur e sindacati diventano decisive.
I 15 mila posti come saranno ripartiti? Quanti ai docenti e quanti al personale Ata?
Le ultime ipotesi raccolte dopo l'incontro tra sindacati e ministero parlano di 12.500 posti per i docenti e 2.500 per gli Ata.
Ma, se saranno 12.500, quanti ne andranno ai diversi settori della scuola dell'infanzia, della primaria e della secondaria di I e di II grado? Quali settori disciplinari saranno privilegiati? E, dopo, come saranno distribuiti quei posti tra i diversi territori regionali?
Il bottino è piuttosto magro e, per i precari di lungo corso iscritti nelle graduatorie permanenti, lo è ancor di più perché quegli ipotetici 12.500 posti sono da ripartire per metà tra gli iscritti nelle graduatorie permanenti e per la seconda metà tra gli iscritti delle graduatorie di merito degli ultimi concorsi.

Diventa sempre più esile la certezza, contrariamente a quanto afferma il ministro Moratti, di concludere la rideterminazione dei punteggi sulla base degli emendamenti approvati in commissione cultura al Senato (se confermati in Aula), entro la metà di giugno. Le modifiche introdotte (Valutazione del servizio prestato presso gli istituti di pena, in zone di montagna, valutazione di titoli di studio che possono essere conseguiti dopo la scadenza del termine nella sessione estiva, etc) e le nuove inclusioni potrebbero comportare la riapertura dei termini per la presentazione della domanda di aggiornamento già fissata al 21 maggio, rendendo difficile il completamento delle graduatorie in tempo utile per far "scattare le previste 15 mila nuove assunzioni in tempo per garantire un sereno avvio delle lezioni", come ha affermato il ministro.
Al nuovo incontro previsto per i prossimi giorni il Miur, su richiesta sindacale, dovrebbe fornire dati più definiti sul numero effettivo dei posti vacanti, sul turn over dell'ultimo triennio e sulle classi di concorso in esubero.
Comprensibile la delusione dei sindacati che si trovano a dover concorrere alla spartizione del magro bottino, pur avendo da tempo invocato un piano pluriennale di immissioni in ruolo per contenere l'esercito dei precari che per effetto dei tagli annuali degli organici si ingrossa sempre di più.