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Tuttoscuola: Investire nell'istruzione

La proposta di Tuttoscuola. L'opposizione risponde...e la maggioranza?

29/06/2009
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Tuttoscuola

Investire nell’istruzione/1. La proposta di Tuttoscuola

Nei giorni scorsi Tuttoscuola ha pubblicato nel suo sito www.tuttoscuola.com uno “Speciale” dedicato alla riforma dei licei, tuttora disponibile per consultazione e download gratuiti.

Oltre a presentare le caratteristiche strutturali dei 6 nuovi licei (orari, piani di studio), lo studio di Tuttoscuola approfondisce la questione del rapporto tra risparmi, conseguenti al taglio di 11.500 cattedre in 4 anni, e (re)investimento delle risorse così liberate a sostegno del miglioramento della qualità del servizio.

Alla riduzione delle ore “nominali” di lezione (-13%), non corrisponderà una riduzione del carico orario effettivo per gli studenti, che sarà contenuto in un -1% a seguito del ripristino delle ore di 60 minuti, in luogo dei 50 minuti senza recupero adottati in passato in molti istituti. Ci sarà insomma più “produttività” sul versante dei docenti (60-100 ore in più all’anno, già pagate e finora non lavorate), ma la riduzione dell’orario settimanale comporterà un minore fabbisogno di cattedre (-11.500 posti in 4 anni) e un corrispondente risparmio finanziario.

Dove finiranno i risparmi ottenuti? La legge 133 prevede che una parte di essi (il 30%) sarà reinvestita per introdurre meccanismi di incentivazione economica del personale della scuola. Troppo poco, secondo Tuttoscuola. Nello “Speciale” sui licei abbiamo scritto che sarebbe un segno di lungimiranza se il Governo – con il coinvolgimento della maggioranza e dell’opposizione – stabilisse di reinvestire nel settore dell’istruzione una percentuale più elevata (tra il 50 e il 100%) dei risparmi conseguiti, tenendo conto che l’incidenza della spesa per l’istruzione sulla spesa pubblica totale è crollata dal 10,3% del 1990 a meno del 9%.

D’altra parte, come ricorderanno i nostri lettori, Tuttoscuola organizzò il 1° aprile 2008, alla vigilia delle elezioni, un “faccia a faccia” tra l’allora viceministro Bastico per il PD e l’on. Valentina Aprea per il PDL chiedendo loro un impegno a invertire tale tendenza, chiunque avesse vinto le elezioni. Per noi si tratta dunque anche di una verifica degli impegni pubblicamente presi in quella occasione.

Investire nell’istruzione/2. L’opposizione risponde…

La proposta di Tuttoscuola è stata immediatamente recepita, nei giorni scorsi, da Mariangela Bastico, responsabile scuola del Pd, che ha detto di condividere “pienamente” l’idea di elevare dal 30% fino al 100% la percentuale dei risparmi derivanti da interventi di riorganizzazione della scuola. E ciò perché “ la scuola ha già dato: si sono ridotte negli anni significativamente sia la percentuale di spesa per la scuola sul Pil che la quota di spesa pubblica destinata alla scuola sul totale di spesa complessivo".

Bastico – che dall’opposizione si trova in questo senso in una posizione più agevole di quanto si sarebbe trovata al governo – ricorda che nel confronto pre-elettorale tra lei e Valentina Aprea, promosso da Tuttoscuola, si era convenuto che non fosse più possibile ridurre le risorse dedicate alla scuola pubblica. Ora – aggiunge – “non solo confermo la mia posizione, ma vorrei la stessa coerenza da parte del centrodestra e dell’onorevole Aprea”. E avanza una ulteriore proposta: “con la Finanziaria 2008 del governo Prodi era stata prevista una sperimentazione provinciale che prevedeva che i risparmi conseguiti dalle scuole non venissero assorbiti dal Ministero dell’economia ma lasciati alle scuole stesse e agli enti locali per essere riutilizzati. Il Governo in carica non ha mai utilizzato questa opportunità. Lo faccia ora anche accogliendo l’interessante proposta lanciata da Tuttoscuola”.

Investire nell’istruzione/3. … e la maggioranza?

Per il momento non sono giunte repliche o controproposte dalla maggioranza, anche se va ricordato che la VII Commissione della Camera, presieduta dalla parlamentare milanese, ha approvato nei mesi scorsi un parere, in sede di discussione del decreto legge 112/2008 (poi legge 133/2008), nel quale si chiedeva al governo di alzare la percentuale del 30%. Ma l’iniziativa non ha avuto finora esiti concreti.

Tuttoscuola ritiene tuttavia che continuino ad esistere possibilità di riaprire la questione, soprattutto se essa sarà affrontata, anche dall’opposizione e dai sindacati, in modo equilibrato e lungimirante. Naturalmente la maggiore responsabilità ricade sulla maggioranza e sul governo, al quale va ricordato che la situazione deficitaria delle pubbliche finanze non può essere un alibi per non investire in istruzione. Non lo è stato per Obama (che ha deciso di investire in istruzione tra 2009 e 2010 ben 141 miliardi di dollari - ossia 100 miliardi di euro - nell’ambito del programma di rilancio dell’economia americana, v. TuttoscuolaFOCUS n. 276/382): il presidente Usa ha condiviso l’opinione di autorevoli economisti, secondo i quali gli investimenti in istruzione “rendono” di più, nel medio-lungo periodo, degli investimenti nelle attività direttamente produttive. Sempre che siano finalizzati, naturalmente, al miglioramento effettivo del patrimonio di conoscenze e com petenze della popolazione, compresa quella adulta.