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Tuttoscuola: La grande fuga degli insegnanti

L'uscita degli insegnanti dalla scuola per pensionamento anticipato sta assumendo proporzioni massicce, assai superiori a quelle previste dalla relazione tecnica della Finanziaria, quantificate in 23.000.

22/01/2007
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Tuttoscuola

L'uscita degli insegnanti dalla scuola per pensionamento anticipato
sta assumendo proporzioni massicce, assai superiori a quelle previste
dalla relazione tecnica della Finanziaria, quantificate in 23.000.
Quest'anno, secondo alcune stime riportate da "Repubblica", avrebbero
chiesto infatti di andare in pensione 32.000 tra maestri e professori
(i termini scadevano il 10 gennaio 2007), il numero piu' alto degli
ultimi dieci anni, anche se il Ministero della PI fa sapere che solo
dal 10 febbraio si potranno conoscere i dati ufficiali.
Non e' un fenomeno solo italiano. Anche in altri Paesi dell'area OCSE
si stanno manifestando tendenze analoghe, e in alcuni di essi (USA,
Regno Unito, alcune Regioni della Germania) la situazione e'
altrettanto se non piu' complicata perche' questi Paesi, a differenza
del nostro, non hanno lunghe liste di "precari" in attesa di essere
assunti, e sono addirittura costretti ad importare insegnanti
dall'estero.
In Italia tra le ragioni che hanno spinto tanti docenti a ritirarsi in
anticipo dal lavoro c'e' quest'anno lo spettro incombente dello
"scalone": dal primo gennaio 2008 (a meno che il governo Prodi
modifichi la norma vigente) l'eta' minima per andare in pensione
salira' a 60 anni, ed e' ragionevole ritenere che un certo numero di
insegnanti di 57 o 58 anni (con 35 anni di anzianita') abbia voluto
evitare di dover arrivare fino a 60 per andare in pensione.
Ma la ragione principale della fuga dalla scuola, in Italia come
all'estero, sembra essere un'altra: il carattere ogni giorno piu'
impegnativo e usurante del lavoro degli insegnanti, alle prese con
comportamenti giovanili sempre meno governabili, con genitori poco
collaborativi e anche con il cambiamento epocale degli strumenti di
informazione e comunicazione, al quale molti di loro non vogliono o
non possono adeguarsi.
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