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Tuttoscuola: Ma quest’anno l’obbligo sotto forma di diritto-dovere dove arriva?

Se lo chiedono anche i Comuni, soprattutto quelli piccoli, cui spetta per legge dare adempimento alle misure per l’attuazione dell’obbligo, gratuità e sostegni alle famiglie compresi.

11/10/2006
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Tuttoscuola

Ma quest’anno l’obbligo sotto forma di diritto-dovere dove arriva?

In attesa che si definisca eventualmente questo ritorno dell’obbligo scolastico al suo passato con un futuro più nettamente definito, per quest’anno scolastico l’obbligo (sotto forma di diritto-dovere) dove finisce, e chi ne è coinvolto?

Se lo chiedono anche i Comuni, soprattutto quelli piccoli, cui spetta per legge dare adempimento alle misure per l’attuazione dell’obbligo, gratuità e sostegni alle famiglie compresi.
Non è di poco conto, ad esempio, sapere se l’obbligo arriva fino ai primi due anni degli istituti superiori, se si è fermato al compimento del 15° anno di età dei ragazzi oppure se è andato oltre.
Mentre si discute dell’obbligo che sarà (se sarà) occorre chiarire l’obbligo che c’è (se c’è).

Il diritto-dovere che, nella sua accezione ampliata, comprende anche l’obbligo scolastico, prevede che "... dall’anno scolastico 2005-2006 l’iscrizione e la frequenza gratuite ricomprendono i primi due anni degli istituti secondari superiori e dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale... " (decreto legislativo n. 76/2005, art. 6).
Il decreto legislativo sul secondo ciclo aggiunge successivamente che "...A partire dall’anno scolastico e formativo 2006/2007 ... il diritto-dovere all’istruzione e alla formazione ... ricomprende i primi tre anni degli istituti di istruzione secondaria superiore e dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale" (decreto legislativo n. 226/2005, art. 28).

Per questo anno scolastico, dunque, l’obbligo e il contestuale diritto alle gratuità e alle forme agevolate riguarda i ragazzi che frequentano il terzo anno delle superiori.
Una conferma di questa interpretazione viene anche dalla lettura del disegno di legge per la Finanziaria 2007 che all’art. 68, 1° comma, riconferma le previsioni normative dei decreti Moratti.
Con buona pace delle casse dei piccoli comuni, che debbono far fronte a spese non previste per servizi e provvidenze varie a favore dei neo-obbligati.