Tuttoscuola-Prodi alla Confindustria: rilanciare l’istruzione tecnica
La riforma Moratti umilia l’istruzione tecnica perché non le riconosce un’identità e un ruolo autonomi
La riforma Moratti umilia l’istruzione tecnica perché non le riconosce un’identità e un ruolo autonomi. Il suo governo, se l’Unione vincerà le elezioni, rilancerà la filiera dell’istruzione tecnica a livello di scuola secondaria e soprattutto postsecondaria, istituendo appositi corsi triennali paralleli a quelli universitari.
Lo ha detto Romano Prodi rispondendo ad una domanda rivoltagli da un imprenditore in occasione dell’incontro organizzato dalla Confindustria a Vicenza il 17 e 18 marzo. Prodi ha legato questa sua netta presa di posizione all’obiettivo di combattere la deindustrializzazione, e anzi migliorare la competitività del sistema industriale italiano, che deve a suo avviso poggiare su una specifica e solida formazione di competenze tecniche, e andare quindi in direzione opposta rispetto alla licealizzazione degli attuali istituti tecnici prevista dalla riforma Moratti.
E’ abbastanza paradossale che la prospettiva della "pari dignità" tra istruzione liceale e istruzione tecnico-professionale, enunciata a suo tempo dal centro-destra (ma contraddetta dalla legge n. 53, e soprattutto dal decreto legislativo sul secondo ciclo, che licealizza l’intera istruzione tecnica) sia ora rilanciata dal centro-sinistra, sia pure nel contesto di una visione unitaria - ma evidentemente bifocale - della riforma dell’istruzione secondaria superiore.