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Tuttoscuola-Si' all'ora di educazione al saper vivere insieme

2. Si' all'ora di educazione al saper vivere insieme/1 In un periodo in cui si stanno riscrivendo i programmi di insegnamento nella scuola (le "Indicazioni nazionali" per il secondo ciclo non ...

27/06/2005
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Tuttoscuola

2. Si' all'ora di educazione al saper vivere insieme/1

In un periodo in cui si stanno riscrivendo i programmi di insegnamento
nella scuola (le "Indicazioni nazionali" per il secondo ciclo non sono
ancora note) e in cui la societa' italiana e' attraversata da tensioni
e insofferenze verso "lo straniero", arriva dalle pagine del numero di
"Tuttoscuola" in edicola una proposta concreta: inserire nei programmi
uno spazio rivolto al saper vivere insieme, che e' anche uno dei
quattro grandi obiettivi dell'Unesco per tutti i sistemi educativi.
Con l'ultima riforma, le famiglie possono suggerire alle scuole alcune
ore opzionali (obbligatorie per gli istituti). Perche' non utilizzarne
una parte, un'ora ad esempio, per dedicarla all'interdipendenza,
all'interculturalita', al saper vivere insieme?
A caldeggiare e a dare contenuto alla proposta con un'ampia intervista
e' Mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della
commissione della CEI per l'ecumenismo e il dialogo. E Tuttoscuola ha
gia' raccolto i pareri favorevoli di larga parte del mondo della
scuola, dai sindacati alle associazioni dei genitori e degli studenti,
nonche' di rappresentanti di altre religioni.
Ma come si puo' insegnare la convivenza fra le religioni? "Il primo
passo e' la conoscenza - risponde Mons. Paglia. L'ignoranza e' la
madre di tutti i disastri. E la scuola e' chiamata in prima persona
non solo a porsi il problema, ma ad avviarlo a soluzione. Conoscenza
e' conoscenza della cultura, della storia, della fede dell'altro. E la
conoscenza porta non solo alla tolleranza, ma alla stima,
all'accoglienza: sconfigge la cultura del nemico - aggiunge il vescovo
di Terni -, i pregiudizi, la paura dell'altro. Tutto cio' coinvolge la
responsabilita' educativa: la trasmissione della conoscenza non e' mai
neutra, fredda, ma tesa alla convivenza".
Dunque, quale dovrebbe essere la finalita' educativa di questa "ora"
in classe per saper vivere insieme? "Quest'ora dovrebbe essere
conoscenza e immersione nel mondo, dove si capisce la complessita'
della societa'".

3. Si' all'ora di educazione al saper vivere insieme/2

Ma come reagisce il mondo della scuola a questa opportunita'? Perche'
non coglierla in modo sistematico e organizzarla in modo capillare? I
sindacati degli insegnanti guardano con attenzione alla proposta,
convinti che debba essere rilanciata con forza all'inizio del prossimo
anno scolastico.
"Saper vivere insieme - spiega Enrico Panini, segretario della FLC
Cgil - non e' solo questione di disponibilita' personale verso
l'altro, di impegno ad accoglierlo e a capirne e rispettarne le
radici. In questa ottica la capacita' di stare insieme agli altri non
puo' essere delimitata in una "materia" ma deve diventare sempre piu'
un punto di osservazione che deve attraversare l'intera programmazione
scolastica. Riguarda i libri di testo e la loro impostazione, gli
insegnamenti, i percorsi che ogni scuola decide autonomamente di
attivare".
"Questa attivita' in molti casi e' gia' entrata di fatto nella pratica
didattica delle nostre scuole - dice Massimo Di Menna, segretario
della Uil Scuola. Ma un'iniziativa che punti a favorire questa
esigenza in modo piu' strutturato, nelle varie discipline, da
italiano, storia ad altre, e' positiva perche' segue la trasformazione
della societa' italiana".
Francesco Scrima, segretario della Cisl-scuola ritiene che "questa
proposta risponde agli obiettivi di Lisbona e si pone in una logica di
crescita culturale sui rapporti civili e sociali. E' un'ipotesi da
incoraggiare".
Sul tema intervengono anche gli studenti. Simone Esposito, del
Movimento Studenti di Azione Cattolica: "Personalmente sono piu' a
favore dell'interdisciplinarita', ma la proposta di un'ora da dedicare
al tema puo' essere, comunque, utile come provocazione".
E i genitori? Marco Fabbri, dell'Agesc (Associazione genitori scuole
cattoliche), condivide la scelta pedagogica, ma aggiunge che "non si
deve tradurre in una materia in piu', ma deve caratterizzare tutto il
lavoro degli insegnanti in modo interdisciplinare con il
coinvolgimento delle famiglie".
Infine il parere di un rappresentante di un'altra religione, Mario
Scialoja, direttore per l'Italia della Lega Musulmana Mondiale. "E'
una proposta interessante. Il problema e' come organizzare l'ora, che
non si puo' trasformare in un'ora di catechismo. Bisogna recuperare lo
spirito con cui si faceva una volta educazione civica e adattarlo alla
societa' di oggi".
Un'ampia sintesi dell'inchiesta e' consultabile su tuttoscuola.com. La
versione integrale nel numero in edicola di Tuttoscuola.

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