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Tuttoscuola-Telegrammi in posta per supplenze. Difficolta' insormontabili per le scuole

Telegrammi in posta per supplenze. Difficolta' insormontabili per le scuole Messe in guardia dagli ex provveditorati, le scuole - armatesi di pazienza - nei giorni scorsi hanno cominciato i...

26/09/2005
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Tuttoscuola

Telegrammi in posta per supplenze. Difficolta' insormontabili per le scuole

Messe in guardia dagli ex provveditorati, le scuole - armatesi di
pazienza - nei giorni scorsi hanno cominciato il loro pellegrinaggio
al vicino Ufficio postale, ma hanno avuto una brutta sorpresa: i
telegrammi si pagano in contanti o niente.
Le istituzioni scolastiche hanno si' un conto postale, ma per il
telegrammi non e' utilizzabile: occorre l'euro in contanti pronta
cassa.
E allora? Sembrerebbe solo una delle solite incomprensibili
complicazioni burocratiche, con le quali e' abituato a convivere chi
gestisce un istituto scolastico. Poco male. E invece no, l'obbligo di
pagare in contanti diventa una difficolta' insormontabile: le scuole
infatti non possono maneggiare contante, se non per minute spese che
sono dell'ordine di qualche decina di euro e, quindi, non sufficiente.
Un caso di quotidiana normalita', verificato da Tuttoscuola: un
istituto laziale (ma puo' valere per tutte le regioni) si presenta
alle Poste per pagare 14 telegrammi (utili per nominare due supplenze
e mezzo!). Costo 90 euro, che la dirigente scolastica anticipa
personalmente in attesa che la segreteria incassi il reintegro per
minute spese.
Ma non sara' possibile reintegrare quotidianamente, anche perche' a
quel ritmo, quella scuola (una sola) in un mese puo' tranquillamente
arrivare a sborsare 2 mila euro in telegrammi. In un anno....
Se non cambiano le regole per questa procedura... del vuoto (su 14
telegrammi vi sono state solamente tre risposte di accettazione e 11
di rinuncia, pari quasi all'80% dei consultati) le segreterie delle
scuole e le attivita' delle classi rischiano la paralisi.