Un altro crollo a scuola,Salerno, vien giù un soffitto
Calcinacci e intonaco caduti nella notte in un’aula all’Isis Giovanni XXIII. L’Uds: poteva essere una strage, il piano di Renzi è partito a singhiozzo, centinaia di altri casi in Italia
Neanche il tempo di annunciare un piano da 5 miliardi di euro per l’edilizia scolastica (da parte del governo), ecco crollare un altro soffitto in un’aula di scuola. Stavolta è toccato all’Istituto Giovanni XXIII di Salerno, dove la notte tra mercoledì e giovedì in una classe è venuto giù un solaio. Calcinacci e intonaco sono finiti sui banchi. Ma per fortuna la scuola era chiusa e nessuno è rimasto ferito. «È stata sfiorata la strage» dicono gli studenti dell’Uds che attraverso il portavoce nazionale Danilo Lampis attaccano: «La vita e la sicurezza delle studentesse e degli studenti non può essere legata alla fortuna» e annunciano una manifestazione a Salerno il prossimo 28 gennaio.
Il crollo
Il crollo è avvenuto in un’aula del terzo piano. Dai primi rilievi dei vigili del fuoco, le cause potrebbero essere alcune infiltrazioni di acqua nel soffitto e ad uno sbalzo di temperatura. Intanto, la scuola ha dovuto chiudere tutto il terzo piano «per interventi di manutenzione straordinaria». L’edificio non era incluso in nessuna categoria delle scuole da restaurare: né #scuolebelle, né #scuolesicure, né #scuolenuove, secondo il piano del governo. «Quanto successo a Salerno - continua l’Uds - è in linea di continuità con centinaia di altri casi drammatici di condizioni edilizie che ci sono stati segnalati da ogni parte d’Italia, specialmente al Sud. Nonostante il Governo Renzi abbia più volte dichiarato che il risanamento dell’edilizia scolastica sarebbe stato il suo cavallo di battaglia, abbiamo constatato che la sua tabella di marcia si discosta nella realtà dai tempi e dai finanziamenti previsti: i cantieri che sarebbero dovuti partire dallo scorso luglio con 1 miliardo di risorse sono invece partiti a singhiozzo e hanno a disposizione solo 748 milioni di euro. Pretendiamo un piano pluriennale straordinario di almeno 13 miliardi di euro, come stimato dalla Protezione Civile».