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Unità: «43 milioni di bambini vivono senza scuola. È possibile?»

SAVE THE CHILDREN

12/09/2006
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l'Unità

Assicurare un'istruzione a 8 milioni di bambini che vivono nei Paesi in guerra. L'organizzazione Save the Children presenta oggi, a Roma e in contemporanea in altri 39 Paesi, la campagna internazionale «Education global challenge», un progetto che mira a vincere la sfida per il diritto all'educazione dei bambini che si trovano nelle zone di guerra o in situazioni di post-conflitto. «Sono 43 milioni i bambini che vivono in contesti in cui l’istruzione è precaria o inesistente. - spiega Valerio Neri, direttore di Save the Children Italia - Il mondo ha il dovere di occuparsi di loro». Presentando il Rapporto Internazionale «Istruzione per i bambini in Paesi in conflitto» Stc illustrerà un programma per portare a scuola 8 milioni di bambini nei prossimi cinque anni in più di 20 Paesi: «Vogliamo che questi ragazzi abbiano un’istruzione certificata - spiega Neri - per due ragioni principali: innanzitutto per il dovere morale di dare a tutti il diritto all’istruzione. In secondo luogo per un problema concreto. Una volta superati i conflitti questi Paesi, rischiano di trovarsi con una popolazione analfabeta e di conseguenza sprovvisti di una classe dirigente in grado di farli crescere. Il problema fondamentale è che il sistema del finanziamento internazionale ai governi nazionali, raramente porta risorse al campo dell’istruzione». Stc lavora su questi progetti da molti anni e in diverse parti del mondo, come in Nepal dove ha ottenuto ottimi risultati: «Vogliamo esportare un modello che funziona. - conclude Neri - Inoltre nelle nostre scuole si studiano i libri ma si forniscono ai bambini anche nozioni utili alla loro sopravvivenza quotidiana, ad esempio gli insegniamo a riconoscere le mine antiuomo e a difendersi dalle aggressioni sessuali».