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Unità: A proposito di «formazione continua» ecco cosa abbiamo fatto noi chimici

contratto del settore chimico-farmaceutico, firmato il 10 maggio 2006, considera strategico l'impegno delle imprese e dei lavoratori in materia di "formazione continua

20/07/2007
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l'Unità

Alberto Morselli *

L’intervista sull'"Unità" di ieri (pag.17) che Bruno Ugolini ha realizzato con il senatore Andrea Ranieri sulla formazione permanente come diritto dei lavoratori è "musica per le nostre orecchie". Che la formazione permanente, il sapere siano sempre più le condizioni fondamentali (e un vero e proprio diritto dei lavoratori e, soprattutto, per i giovani con discontinuità lavorativa) per la crescita professionale, produttività e competitività delle imprese, non ci piove.
Ma vorrei subito entrare nel merito. Il contratto del settore chimico-farmaceutico, firmato il 10 maggio 2006, considera strategico l'impegno delle imprese e dei lavoratori in materia di "formazione continua", finalizzato a valorizzare le risorse umane, a migliorarne il loro bagaglio culturale e il loro arricchimento professionale anche in relazione alle innovazioni tecnologiche e organizzative, alle esigenze di qualità e di sviluppo di quella cultura d'impresa nella quale deve sempre più crescere la partecipazione e il coinvolgimento dei lavoratori.
Ma abbiamo fatto molto di più. Durante quella trattativa per il rinnovo del contratto, abbiamo risposto alla "provocazione" di Federchimica e Farmindustria che avrebbero voluto seccamente aumentare l'orario di lavoro (che prevede 37,45 ore medie settimanali a 38 ore, pari a ad incremento di 1,5 giornate annue), convincendo invece le associazioni degli imprenditori ad investire in un "progetto di formazione continua delle risorse umane", per scommettere anche noi - insieme a loro - sul rilancio della competitività delle imprese.
Come? Ci siamo resi disponibili a pattuire la definizione di tre giornate annue (1,5 aggiuntive messe a disposizione dalle aziende e 1,5 giornate dai lavoratori all'atto della definizione dei calendari annui): in totale 24 ore, pari a tre giorni lavorativi. Per la predisposizione di un progetto cosi' impegnativo, l'accordo contrattuale ne prevede l'affidamento all'OBC (l'organismo bilaterale congiunto per la formazione) già previsto dai precedenti contratti.
Il contratto chimico ha voluto affrontare il tema dell'esigibilità della formazione continua, prevedendo proprio che nelle aziende si condivida il progetto formativo e lo si colleghi all'organizzazione del lavoro, e in particolare all'organizzazione degli orari di lavoro.
E' un modo concreto per far si' che il maggior numero dei lavoratori venga coinvolto nella formazione: la messa a disposizione di una giornata e mezza del lavoratore, ed altrettanto dell'imprenditore, riduce di fatto la prestazione e l'orario, a tutto vantaggio della formazione.
Insomma un investimento e una sfida - unica nel panorama sindacale italiano e, credo, europeo - che costruisce le condizioni affinché cresca il livello di istruzione per tutti e per tutta la vita, affinchè aumenti la "spendibilità" del lavoratore nel mercato delle professionalità: tanto più vero che la formazione conseguita sarà certificata.La previsione poi che la legge proposta dal senatore Andrea Ranieri preveda anche incentivazioni fiscali sia al lavoratore che all'imprenditore non potrà che favorire ulteriormente anche nel nostro settore la realizzazione concreta della formazione.
Cordialmente e grazie per l'ospitalità.

* segretario generale Filcem-Cgil