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Unità: A Savona la festa de «l’Unità» sale in cattedra

L’università tiene banco. Nicolais: «Dobbiamo saper competere di più». Ranieri (Ds): «Rilanciare la ricerca applicativa»

22/07/2006
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l'Unità

La ricetta di Lisbona: innovare per crescere, e la festa de l'Unità di Savona entra nel vivo del tema conduttore di quest'anno: ricerca, università, innovazione tecnologica. Fra gli ospiti Luigi Nicolais, ministro per le Riforme e l'innovazione nella pubblica amministrazione, Francesco Profumo, rettore del Politecnico di Torino, Andrea Ranieri, senatore Ds. «È sul terreno dell'innovazione che si gioca il futuro del nostro Paese» spiegano gli organizzatori prima di passere la palla al senatore Andrea Ranieri. Tocca al responsabile Scuola e Formazione del Ds aprire il dibattito della serata. «L'obiettivo fissato era il 3 per cento del Pil europeo investito in ricerca da raggiungere per tutti, ma se ora vado a vedere quali sono i Paesi che hanno rispettato i parametri di Lisbona, in linea con Lisbona al primo posto ci trovo la Finlandia e l'Irlanda... ». «Quando parliamo di progetti a lungo termine - aggiunge - mettiamo la cultura al primo posto, ma quando si passa alle finanziarie gli interessi del presente, interessi rappresentati da categorie già definite hanno la prevalenza, il futuro non ha grande rappresentanza politica né in Italia né in Europa». «La ricerca non è compatibile con un'Europa che è la somma di tante politiche nazionali, oggi l'unica possibilità per l'Europa per stare dentro l'evoluzione mondiale della ricerca è quella di avere su questo terreno politiche che assumano la dimensione europea come la base dello stesso pensare la ricerca». L'attenzione si sposta sulla necessità di superare l'idea che l'unica ricerca utile all'economia sia semplicemente quella applicativa. "L'Europa ha riconosciuto una cosa importante - spiega ancora Ranieri - che la ricerca applicativa è importantissima, ma se non c'è contestualmente una crescita della ricerca fondamentale non c'è innovazione, le grandi innovazioni di prodotti e di processo sono sempre state supportate dalla ricerca libera. Questo vuol dire che dovremo poi cercare i nessi fra ricerca e applicazione». E sulla necessità di creare una cerniera capace di dimezzare il cosiddetto time to market è intervento il ministro Nicolais avvalendosi dell'esperienza portata avanti dal Politecnico di Torino: «Quando noi parliamo di ricerca - ha affermato Nicolais - è perché la competitività del Paese è basata sulla capacità delle nostre imprese di smaterializzare i prodotti, cioè di renderli sempre più ricchi di contenuti di conoscenza e sempre meno ricchi di manodopera o di materiali». Nicolais ha poi aggiunto: «Abbiamo bisogno di competere a livello globale portando sul mercato sempre più materiali, oggetti, nuovi prodotti che abbiano un forte contenuto di conoscenza per cui siano meno copiabili e che hanno una competitività meno basata sul costo della manodopera. Questo ci dice che il sistema nazionale, e più quello locale, hanno bisogno di coordinare le attività di ricerca in maniera molto più forte. É giusto che il governo centrale curi l'attività di ricerca conoscitiva, ma è il livello locale che ci deve insegnare come utilizzare questa attività di ricerca per farla diventare competitività e innovazione».