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Unità-Allarme strozzatura tra lauree triennali "di base" e bienni specialistici

BOLOGNA Allarme strozzatura tra lauree triennali "di base" e bienni specialistici. Di fatto, i tagli del governo tengono questi ultimi a corto di docenti, mentre il numero di iscritti è in aument...

20/05/2005
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l'Unità

BOLOGNA Allarme strozzatura tra lauree triennali "di base" e bienni specialistici. Di fatto, i tagli del governo tengono questi ultimi a corto di docenti, mentre il numero di iscritti è in aumento. Quest'anno tra Bologna e sedi della Romagna le specialistiche contano 4200 studenti: l'ateneo se ne aspettava 2 mila, la metà. Questo perché rispetto alle vecchie quadriennali, il primo triennio "puro" della riforma Berlinguer ha visto a Bologna un netto calo degli abbandoni (da questo punto di vista, spiega il prorettore Walter Tega, la riforma ha avuto successo) e un aumento dei laureati dal 24 al 36%. Più del previsto sono anche gli studenti che scelgono di venire a Bologna solo dopo il triennio. Tutti pronti a bussare alle porte delle specialistiche. Un "boom", ma anche un'emergenza. Da qui la decisione dell'ateneo di introdurre i numeri programmati in 11 Corsi di laurea biennali: pochi sul totale, ma abbastanza da mettere sul piede di guerra gli studenti. Che il 3 maggio hanno occupato per protesta il Senato accademico, promettendo una mobilitazione a oltranza. Le associazioni di sinistra parlano di migliaia di iscritti che rischiano di non trovare posto nei bienni, da qui in avanti. A Scienze della Comunicazione già l'anno scorso gli esclusi dalla specialistica sono stati 200, quest'anno dei 400 studenti del triennio solo 240 potranno specializzarsi. A Scienze Politiche per i 600 iscritti di tre corsi triennali c'è un unico biennio a numero chiuso: 100 posti, che potrebbero di fatto essere meno dopo il test d'ammissione. Ma a preoccupare gli studenti è anche il principio: non si può limitare il diritto al sapere, accusano, soprattutto sapendo che il titolo triennale non garantisce l'ingresso nel mondo del lavoro. "È vero - ammette il prorettore Tega - ma è una questione nazionale: il governo non valorizza la laurea breve e non ci dà i fondi per nuovi docenti alle specialistiche". a.com.