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Unità: Anche la Cisl dice sì, sarà sciopero generale

L’annuncio di Bonanni accolto bene da Epifani: bisogna reagire alla controriforma Gelmini

05/10/2008
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l'Unità

di Felicia Masocco / Roma

LA LINEA Anche la Cisl rompe gli indugi e va allo sciopero generale della scuola contro la riforma del governo. L’annuncio viene dato da Raffaele Bonanni nel corso della manifestazione che il sindacato di via Po ha tenuto ieri a Roma. «La scuola deve essere
di tutti, il governo deve cambiare programma», dice. Nell’ascoltarlo la folla del palazzetto dello Sport si scalda, applaude, sventola le bandiere. «Bravo, bravo», «Era ora», grida qualcuno dagli spalti. Si è visto chiaramente che il popolo cislino vuole la linea dura. Non solo sulla scuola. Infatti poco dopo la scena si ripete. Il segretario generale parla della politica economica del governo, del taglio delle tasse, dei salari e degli investimenti, di quelle politiche anticicliche che non ci sono e dovrebbero esserci. «Non siamo timidi - dice - siamo cauti con questo governo perché cerchiamo l’accordo. Vogliamo un tavolo di confronto e se le nostre richieste non verranno accolte lo sciopero lo faremo noi e varrà due volte perché sarà uno sciopero sindacale, non politico». «Sarà uno sciopero contro il governo Berlusconi». Scatta l’applauso più forte dell’intera mattinata. Ed è una sorpresa che cambia di segno alla giornata di mobilitazione.
Fino ad allora il leader della Cisl si era speso ad attaccare la Cgil e Guglielmo Epifani. Non li nomina, li chiama «cotanti sindacalai», li accusa di «essere andati con i corporativi» nel caso Alitalia. Di «radicalismo sindacale infantile, sterile e pericoloso» sui contratti. «Mesi e mesi di trattative e poi un sacco di bugie per giustificare il loro diniego». Bugiardi, dunque, danno «calcoli sballati». Bonanni si associa a Confindustria nell’accusare Epifani di rimpiangere la scala mobile, «l’abbiamo seppellita - ha dichiarato - ha prodotto un sacco di guasti. E il nostro Ezio Tarantelli ci ha rimesso la vita». Ha elencato le buone ragioni per fare un accordo, ha elencato i passi avanti degli industriali «che vanno incontro alle richieste sindacali». «Per noi è una buona notizia - ha sottolineato Bonanni - spero lo sia anche per i “cotanti sindacalai”. Ma la Cgil dà i numeri pur di portare avanti una tattica di esasperazione per delegittimare la trattativa». Una Cgil «egocentrica», «narcisista». Ma «noi non ci stiamo allo sfascio - conclude -. Ripensateci». Ce n’è anche per il Pd, «non abbiamo bisogno di badanti», dice riferendosi al tentativo di mediazione di Walter Veltroni.
Una pioggia di accuse, toni pesantissimi solo in parte giustificati dall’enfasi del comizio e dalla volontà di andare a toccare le corde dell’orgoglio identitario della Cisl. Avessero voluto, i cinquemila del palazzetto dello Sport lo avrebbero fatto venir giù con gli applausi. Che ci sono stati, ma timidi. Paradossalmente il pieno consenso a Bonanni arriva quando parla degli scioperi per la scuola e contro le scelte del governo, quando cioè gli argomenti coicidono con quelli del «collega» della Cgil.
Anche sul pubblico impiego. Ed è polemica tra il leader della Cisl e il ministro Renato Brunetta. «Vogliamo un tavolo di confronto - è la richiesta di Bonanni - basta con le pagliacciate e i talk show». Ancora: sull’attacco ai dipendenti pubblici «si comincia con l’ottimo professor Ichino e si finisce con il superlativo professor Brunetta». Al ministero della Pubblica amministrazione non la mandano giù. In serata viene diffusa una nota con cui si esprime «sconcerto, disappunto e amarezza» per le parole del segretario della Cisl. «Gli lasciamo la responsabilità delle sue parole - conclude la nota del portavoce - e gli cediamo volentieri il triste monopolio delle offese, delle invettive e della ricerca del facile applauso». «Non scenderemo mai al suo stesso livello». Insomma, si è aperto un altro fronte.
Sulla scuola (e solo sulla scuola), interviene in serata Guglielmo Epifani che lo sciopero lo aveva annunciato una settimana fa. «Una decisione opportuna - commenta -. È molto positivo che si sia trattato di una scelta unitaria. Bisogna reagire alla controriforma del ministro Gelmini. C’è molta aspettativa delle famiglie, degli studenti e dei lavoratori della scuola». Si schiera la Uil, «in assenza di risposte, ci sarà lo sciopero generale», afferma il segretario generale della scuola, Massimo Di Menna. E la Gilda degli insegnanti ha già individuato la data del 31 ottobre.