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Unità-Arriva il benservito per 150mila Cococo

Arriva il benservito per 150mila Cococo La Finanziaria decreterà l'uscita dal lavoro per altrettanti precari nello Stato Il sindacato: "Scaricheranno la responsabilità di questa odiosa mis...

24/09/2005
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l'Unità

Arriva il benservito per 150mila Cococo

La Finanziaria decreterà l'uscita dal lavoro per altrettanti precari nello Stato
Il sindacato: "Scaricheranno la responsabilità di questa odiosa misura sugli Enti locali"

di Bianca Di Giovanni / Roma

NUMERI ' BUCHI Il giorno dopo il terremoto Siniscalco, nella maggioranza si scatena un coro plaudente per il ritorno del superministro Giulio Tremonti. Un altro schiaffo per il professore di Torino. Su tutti spicca Ignazio La Russa, che arriva ad affermare: "Tremonti è il
migliore ministro dell'Economia in Europa". Per la verità è proprio l'Europa a dire il contrario, visto che ha messo sotto osservazione praticamente tutte le misure di finanza creativa attivate dal tributarista di Sondrio (in collaborazione, all'epoca, con il suo successore). Non va certo meglio per le misure introdotte da Siniscalco, che proprio ieri hanno subito la bocciatura della Corte dei Conti. La "trovata" stile Gordon Brown del tetto alle spese del 2% non ha funzionato, come l'opposizione aveva previsto da subito.
Così Tremonti al ritorno da Washington dovrà gestire gli effetti delle politiche "tremontiane" adottate da Siniscalco. Ironia della sorte. Insomma, i due nemici si somigliano molto di più di quanto si possa pensare, e quanto a finanza creativa se la battono. Uno voleva vendere le spiagge demaniali, l'altro ha proposto le strade statali: non sembra molto diverso per il patrimonio pubblico. Sulla manovra in cantiere i tecnici sono al lavoro da tempo: si parte quindi dai 21,3 miliardi già individuati, di cui 12,7 di tagli e il resto di maggiori entrate. Ma mancano quelle difficilissime scelte politiche che hanno provocato l'addio di Siniscalco. Gianni Alemanno ha annunciato che già tra domenica sera e lunedì potrebbe esserci un primo summit politico. Ieri il sottosegretario Gianni Letta ha incontrato il Ragioniere generale dello Stato per un colloquio concentrato sulla legge di bilancio, visti i tempi strettissimi per il varo (il 30 settembre è il termine ultimo). "Si parte dal lavoro approntato dal ministro (Siniscalco, ndr) e dagli uffici del ministero", ha risposto Silvio Berlusconi a chi gli chiedeva se si ripartisse da zero. Insomma, la "bozza" della discordia - che non esclude un intervento sulle pensioni - è ancora sul tavolo.
Tagli La cosa allarma non poco il sindacato. La stretta sul bilancio pubblico è pesantissima: 6 miliardi in meno per le spese dei ministeri, 2,5 per la sanità, 3 per gli enti locali e 1,1 per il pubblico impiego. Quasi l'intera correzione del deficit dello 0,8% del Pil (circa 12 miliardi) è reperita attraverso tagli. A pagare un prezzo salatissimo saranno i dipendenti pubblici, considerati da questo governo un inutile fardello, e in particolare la fetta più debole: i Co.co.co. "Dopo aver bloccato le assunzioni e il turn over per 5 anni - denuncia il Nidil-Cgil - e aver costretto le amministrazioni a ricorrere al lavoro parasubordinato, il governo intende tagliare 150mila posti di lavoro riducendo del 50% le attuali collaborazioni e consulenze del pubblico impiego. Intende farlo, tra l'altro, scaricando la responsabilità di questa odiosa misura sugli enti locali". Secondo il sindacato il ministro Mario Baccini intende stabilizzare 7.000 lavoratori a fronte di 150mila licenziati.
I "buchi" di Siniscalco La Corte dei Conti punta il dito sulla regola del 2%: la spesa per consumi intermedi è cresciuta del 10% (pari a 5,9 miliardi), mentre i pagamenti per gli investimenti fissi lordi sono lievitati del 9,3%, pari a 3,1 miliardi. I magistrati contabili notano come nel Dpef ci sia già un'ammissione dell'inefficacia della regola, tanto che si prevede una modulazione del tetto. Ma il deficit creato dal ministro uscente si alalrga se si pensa alla Scip3 (1 miliardo) considerata a rischio da fonti di mercato e alla vendita delle strade (3 miliardi) rimasta al palo.
Le richiesteAn e Udc fanno pressing sulle rendite finanziarie: ma non sarà certo un ministro come Tremonti ad accontentarli su questo punto. La Confindustria chiede "scelte coraggiose", ovvero puntare sulla crescita. Riuscirà ad ottenere l'abbassamento dell'Irap che chiede da sempre?