Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità: Asili, il giudice alla Moratti: «Aperti ai figli dei clandestini»

Unità: Asili, il giudice alla Moratti: «Aperti ai figli dei clandestini»

Milano, accolto il ricorso di una mamma marocchina: «Discriminatoria la circolare del sindaco contro gli immigrati»

12/02/2008
Decrease text size Increase text size
l'Unità

di Giuseppe Caruso/ MIlano

DECISIONI Tutti i bambini hanno diritto a non essere discriminati. Anche quelli figli di stranieri irregolari. È questo il senso della sentenza emessa ieri dal giudice milanese Claudio Marangoni, che ha deciso su un ricorso presentato da una donna marocchina,
attualmente priva del permesso di soggiorno, impossibilitata ad iscrivere la figlia all’asilo dopo la decisione della giunta Moratti di escludere i figli di immigrati irregolari dalle scuole materne.
La circolare ispirata dall’assessore all’istruzione Mariolina Moioli, che aveva suscitato la reazione del ministro Fioroni e il conseguente congelamento dei fondi nazionali per le scuole milanesi, è stato così cassato anche dal punto di vista legale, dato che il giudice Marangoni ha stabilito come il diritto della bambina di origine marocchina sia «un diritto fondamentale della persona, quale quello al riconoscimento della pari dignità sociale ed alla non discriminazione».
«Tale diritto» ha continuato Marangoni «trova primario fondamento sia nell’articolo 2 della Costituzione, che riconosce e garantisce anche agli stranieri i diritti inviolabili dell’uomo, che nell’articolo 3 della nostra carta fondamentale, che sancisce il principio di pari dignità sociale e di eguaglianza davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Il diritto alla non discriminazione è un diritto incomprimibile, che si sottrae al meccanismo dell’affievolimento, di fronte ad esso non vengono in rilievo atti amministrativi. La scuola dell’infanzia, pur non obbligatoria e non indirizzata direttamente all’istruzione del minore in senso stretto, è comunque pienamente inserita nell’ambito del sistema scolastico nazionale».
L’amministrazione comunale, costituendosi nel giudizio, aveva presentato una sua memoria difensiva al giudice, sostenendo tra l’altro che «per gli stranieri privi di permesso di soggiorno la circolare prevede la possibilità di iscrizione nei casi segnalati dai servizi sociali. La scuola materna si distingue dalla scuola dell’obbligo, quest’ultima obbligatoria e gratuita per tutti, risultando invece la prima organizzata come servizio a domanda individuale, non obbligatorio e non gratuito e che tra i diritti fondamentali assicurati al cittadino straniero rientrano esclusivamente il diritto alla salute e quello all’assistenza sanitaria, in quanto attinenti al nucleo dei diritti inviolabili, oltre che alla vita, al decoro e, alla libertà».
Sul fronte politico l'opposizione alla giunta Moratti ha chiesto le dimissioni dell’assessore Moioli. Secondo il segretario lombardo del Prc, Alfio Nicotra, la sentenza del giudice Marangoni «riafferma regole e principi dello Stato di diritto nazionale, che non consentono forzature e violazioni “padane”».
Riccardo Villari del partito Democratico si chiede «chi pagherà i danni economici, ma anche d'immagine, dopo la sentenza del Tribunale che ha accolto il ricorso di un madre marocchina contro il decreto che nega l'iscrizione agli asili per i figli degli immigrati irregolari?».
Il sindaco Moratti invece non ha voluto commentare la decisione del tribunale milanese. Impegnata a New York per una conferenza all’Onu sull’iniziativa dell’ecopass, il sindaco ha detto di non sentirsi in grado di dare una risposta «perché ho appena appreso la notizia, dovrò leggere la motivazione del giudice e soltanto allora vedremo cosa sarà giusto fare».