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Unità: Aumenta il lavoro precario Epifani: la legge 30 va riscritta

È infatti evidente che il lavoro con annessi e connessi sarà un argomento-chiave della legislatura. Lo sarà soprattutto la precarietà che a detta degli analisti ha spostato il voto giovanile verso il centrosinistra e che non cessa di fare dibattito come dimostra anche un altro pressing, quello dei media più vicini alle imprese con continue prese di posizioni

27/04/2006
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l'Unità

di Felicia Masocco / Roma

INSISTE Guglielmo Epifani: la legge 30 va riscritta. Insiste anche Cesare Damiano, responsabile Lavoro della Quercia nel dire che nel 2001, l’80% dei neo assuntiera stabile, nel 2005 il 70% di chi ha trovato lavoro è precario con contratti di durata media di tre mesi. E torna sul tema la sinistra Ds che con Fabio Mussi e Gloria Buffo è parte di «Precariare stanca», comitato che raccoglie pezzi di sindacato e di società civile. Ha promosso una proposta di legge di iniziativa popolare che di fatto riscrive il 90% della riforma del mercato del lavoro: ieri l’annuncio che sarà sul tavolo dei parlamentari alle prime battute della legislatura. «Perché carta canta», ha detto Mussi a margine dell’iniziativa «Parigi-Roma. Il lavoro non è una merce» che ha ospitato, tra gli altri, studenti del movimento francese contro il contratto di inserimento. A chi gli chiede se sia questa l’ennesima, diversa posizione che sull’argomento si registra nella galassia «centrosinistra» a fronte di un programma che parla piuttosto chiaro, Mussi risponde che «il programma dell’Unione va applicato, rappresenta un punto di equilibrio avanzato». La proposta di legge del comitato «è una spinta in questo senso, uno strumento che deve fare da stimolo per avviare la discussione su posizioni evolute». Un pressing che a parere di «Precariare stanca» si rende necessario perché «subito dopo le elezioni - spiega Mussi - alcuni alleati hanno espresso molte titubanze e posizioni contraddittorie rispetto al programma. Lo è stata l’esternazione di Bertinotti su Mediaset, come lo sono state altre frasi dette sulla legge 30 che però non hanno suscitato altrettanto scandalo».

È infatti evidente che il lavoro con annessi e connessi sarà un argomento-chiave della legislatura. Lo sarà soprattutto la precarietà che a detta degli analisti ha spostato il voto giovanile verso il centrosinistra e che non cessa di fare dibattito come dimostra anche un altro pressing, quello dei media più vicini alle imprese con continue prese di posizioni. L’ultima ieri di Pietro Ichino sul Corriere della Sera per dire che chi accusa la legge 30 di aver aumentato il lavoro precario sbaglia bersaglio. Il giuslavorista, dati Istat alla mano, sostiene che tra il 2001 e il 2005 la quota di contratti a termine sul totale dell’occupazione, aumentata dal 12 al 14% nel corso degli anni ‘90, è rimasta stazionaria.

«Rispetto tutte le opinioni, ma penso che questa legge vada riscritta - è la replica di Guglielmo Epifani - non soltanto per ridurre la precarietà e dare ai giovani più sicurezza e diritti, ma anche dal punto di vista interpretativo delle imprese». Ricevuto ieri da Romano Prodi (prima di lui il nuovo vertice della Cisl), Epifani ha indicato la lotta alla precarietà tra le priorità che il nuovo governo dovrebbe affrontare. Cesare Damiano, neodeputato Ds cita dati diversi da quelli analizzati da Ichino che, a suo avviso, «sbaglia». «Sembra ignorare che il governo di centrodestra, tra le varie misure che hanno penalizzato il lavoro, ha anche abrogato nell’agosto del 2001 il credito d’imposta, cioè l’incentivo a vantaggio delle imprese che assumevano stabilmente» e che aveva consentito di creare oltre 700mila posti di lavoro stabili». Non è un caso che nel 2001 i nuovi assunti stabili rappresentavano l’80%, mentre - conclude Damiano - i dati forniti nel 2005 dai principali centri per l’impiego indicano che nelle nuove assunzioni la precarietà è pari al 70%».