Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità-BAnchi di nebbia in piena estate

Unità-BAnchi di nebbia in piena estate

Francesco Rutelli dice che, una volta al governo, l'Ulivo non dovrà cancellare le riforme del centrodestra. La domanda è: con questo genere di messaggi l'Ulivo al governo potrà mai arrivarci? ...

04/08/2004
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Francesco Rutelli dice che, una volta al governo, l'Ulivo non dovrà cancellare le riforme del centrodestra. La domanda è: con questo genere di messaggi l'Ulivo al governo potrà mai arrivarci? Mentre si faceva intervistare dal "Corriere" il leader della Margherita non poteva sapere che, nel frattempo, Giuliano Amato si stava interrogando sul pericolo dei messaggi troppo confusi che i leader dell'Ulivo spesso trasmettono agli elettori dell'Ulivo. Nell'articolo sulla "Repubblica" di ieri, infatti, l'ex premier cita come esempio di mirabile comunicazione politica l'applauditissima frase di John Edwards alla Convention democratica di Boston: "Non più un'America dei ricchi e una dei poveri, ma un'unica, sola America per tutti". Ecco, riflette Amato, loro l'hanno trovata l'idea semplice che trascina l'elettorato evocando in pochissime parole tanti dei problemi che assillano la gente comune e promettendo con quelle stesse parole che saranno risolti. E noi dell'Ulivo? Anche se qualche riga più sotto il dottor Sottile si arrovellava sul dilemma: un'idea semplice può dare risposta a problemi complessi? (non si può avere tutto nella vita), fermiamoci alla benmotivata critica sulla mancanza di chiarezza del centrosinistra. Che Amato così sintetizza: "Quando tiriamo fuori idee, semplici o non semplici che siano, non ne tiriamo mai fuori una sola (a parte quella del "basta Berlusconi"), ma almeno due o tre in contrasto tra loro". Se mentre scriveva su "Repubblica", avesse saputo di ciò che Rutelli andava dichiarando al "Corriere" forse Amato avrebbe potuto aggiungere alla regola così magistralmente espressa il seguente corollario: davanti alle due o tre idee in contrasto tra loro scegliamo sempre quella che ci danneggia di più. Il guaio della tesi di Rutelli non è la tesi di Rutelli in quanto tale ma il segnale di forte disorientamento che da essa deriva. Pervasa com'é di giudiziosa moderazione l'idea che non tutto ciò che Berlusconi produce è sterco del diavolo, ricorda certi cautelosi proverbi antichi del tipo non tutto il male viene per nuocere. È evidente che pescando qua e là nel mare sconfinato di leggi e decreti scolastici targati Moratti, qualcosa da salvare ci sarà pure. Così come nella legislazione sul mercato del lavoro o in qualche progetto lunardesco di opera pubblica. La Bossi-Fini è una pessima cosa, ma a nessuno verrebbe in mente di annullare gli effetti della sanatoria a favore dei lavoratori extracomunitari solo perché porta la firma di un ministro di An e di uno della Lega. C'è chi pensa che questo salomonico citerio di valutazione di un governo che spacca le leggi a fil di spada, di qua la parte cattiva, di là quella buona, dia maggiore lustro all'opposizione mostrandone la faccia equa, misurata e non vendicativa e dunque la sua maturità di governo. Questa idea dell'opposizione buonista e caritatevole è probabilmente figlia del complesso di colpa da cui nell'Ulivo, chissà come mai, molti si sentono tormentati. Quello stesso rimorso che Amato ha avvolto in una pudibonda parentesi là dove allude a quelli che (orrore) sono capaci di dire soltanto basta Berlusconi. Da simile perniciosa sindrome psicanalitica non sembrano però affetti gli elettori del centrosinistra che da due anni corrono im massa, gioiosi, ogni qualvolta si tratta di scrivere sulla scheda elettorale, per l'appunto, basta Berlusconi. E nello scriverlo, dubitiamo fortemente che essi prima si interroghino, lacerati, sulla giustezza di quel determinato comma della legge Maroni o del regolamento Sirchia. Non lo fanno poiché i giudizi elettorali sono complessivi, generali, globali, totali e quasi sempre definitivi come una sentenza della Cassazione. Nella scheda non è ancora prevista, fortunatamente, la possibilità di apporre accanto alla croce sul simbolo dell'Ulivo una nota a margine che chiede all'Ulivo medesimo, in caso di vittoria, la non cancellazione di quella o quell'altra norma approvata dal governo Berlusconi, perché non era poi così male. E allora di fronte alla proposta Rutelli quella stessa gioiosa, gigantesca massa di elettori ulivisti e antiberlusconiani potrebbe anche fermarsi sconcertata a meditare. E due interrogativi in queste brave persone potrebbero anche sorgere spontanei. Il primo: se, come sostiene un così prestigioso e autorevole esponente dell'Ulivo, non tutto il male di Berlusconi viene per nuocere, che senso ha avuto allora opporsi così strenuamente in parlamento e nelle piazze a quelle leggi? Se, in tutto o in parte, quei provvedimenti vanno salvati perchè ostacolarli con tutti quegli ostruzionismi, con tutte quella manifestazioni, con tutti quegli scioperi, con tutta quella passione? La seconda domanda discende drammaticamente dalla prima: ma se in molti casi si tratta soltanto di "correggere e migliorare le attuali leggi" che, quindi, una buona base di partenza ce l'hanno, se insomma il governo Berlusconi qualcosa di buono lo ha fatto, per quale ragione bisognerebbe votare per forza contro il governo Berlusconi? Già,