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Unità: Basta promozioni con i debiti: torna l’esame di riparazione

Decreto del ministro Fioroni: «Rimandati o bocciati Non si comincia con le lacune». In vigore da subito

04/10/2007
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l'Unità

di Massimo Franchi/ Roma

SI CHIAMANO VERIFICHE FINALI ma la sostanza è la stessa: tornano gli esami di riparazione. Forte dei dati che testimoniamo come il 42 per cento degli studenti superiori viene promosso con debiti, il ministro Fioroni ha deciso di accelerare. Fin da quest’anno
scolastico chi avrà debiti formativi durante l’anno dovrà “sanarli” entro settembre prossimo. La differenza con gli esami di riparazione, mandati in pensione dal ministro D’Onofrio nel 1995, sta nel fatto che le scuole sono chiamate ad organizzare corsi e fare verifiche durante tutto l’anno e, nel caso il debito rimanga anche agli scrutini finali, durante l’estate. L’ultima chance per mettersi in pari per gli studenti “debitori” sarà fatta prima che ricomincino le lezioni: «Chi ha saldato i debiti andrà avanti, chi avrà bisogno di più tempo si fermerà», spiega Fioroni.
Gli esami di riparazione, istituti negli anni ‘20, erano stati aboliti alle medie e alle elementari nel 1977. Nel 1995 la sostituzione degli esami con l’obbligo di frequentare corsi di recupero, senza che ci sia una verifica da superare (solo uno studente su quattro sana il debito). In questo modo negli anni il numero dei promossi con debiti anche in tre materie è aumentato a dismisura fino al 42 per cento odierno con matematica (43,4 per cento) e lingua straniera (31,9 per cento) a risultare più indigesti.
Sul rischio di un ritorno al passato Fioroni, che non usa mai l’espressione «esami di riparazione», attacca: «io ignoro se pretendere serietà dalla scuola e responsabilità dai ragazzi sia progressista, o passatista. So solo che era ora di farlo, non intervenire davanti a quella forma di povertà del sapere che colpisce i figli dei più deboli: una scuola seria ed esigente garantisce tutti».
Il decreto stabilisce che gli esami potranno essere tenuti dagli insegnanti della scuola o con la collaborazione di soggetti esterni. Proprio sul rischio che la preparazione sia appaltata all’esterno si scaglia Enrico Panini, segretario Flc Cgil: «I debiti formativi vanno recuperati, ma il ministro affronta il problema scegliendo soluzioni sbagliate. Invece di preoccuparsi di mettere gli insegnanti nelle condizioni di poter fare questa attività, prevede, senza regola alcuna, l’appalto a soggetti esterni, magari il Cepu».
Per i docenti che terranno corsi di recupero e attività didattica di sostegno comunque saranno messi a disposizione «incentivi economici» resi disponibili dai «nuovi fondi aggiunti» previsti dal decreto di inizio anno e in Finanziaria.
Contrari al provvedimento l’Unione degli Studenti che criticano il ministro per «non essere stati convocati prima della decisione». Favorevole invece l’associazione nazionale dei presidi, così come lo Snals e le associazioni dei genitori.
Per i viceministro Mariangela Bastico «il decreto è la naturale prosecuzione della legge sui nuovi esami di Stato, tornato serio e rigoroso, che prevede che per essere ammessi bisogna aver colmato i debiti formativi degli ultimi tre anni».
«La reintroduzione è di fondamentale importanza - afferma Federico Bianchi di Castelbianco, psicologo e psicoterapeuta dell'età evolutiva -. I ragazzi non hanno difficoltà ad accettare la bocciatura quando sanno di non sapere. Portarsi dietro un’incertezza è più rischioso».