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Unità: Bonanni frena sullo sciopero, l’ira di Cgil e Uil

Tanto che in serata arriva una correzione di rotta dalla stessa Cisl

13/10/2008
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l'Unità

Il leader della Cisl Bonanni pronto a revocare lo sciopero generale della scuola del 30 ottobre? Sembra proprio di sì. Intervistato ieri a Domenica In, Bonanni ha risposto così alla domanda: «Volentieri, ma alla condizione che il governo convochi noi e gli enti locali per discutere di come si riorganizza la scuola». Bonanni lega la disponibilità alla revoca dello sciopero alla crisi dei mercati: «Se Berlusconi vorrà pacificarsi con noi dovrà convocare una riunione: discutiamo, e ben volentieri le nostre energie saranno occupate per cose molto più importanti, perché dobbiamo far fronte a questa crisi che rischia di spazzare via non solo nostri risparmi, ma anche le nostre aziende». Subito arriva la netta chiusura all’ipotesi di revoca dello sciopero da parte di Cgil e Uil. Tanto che in serata arriva una correzione di rotta dalla stessa Cisl, con il segretario generale del settore Scuola Francesco Scrima che spiega: «Se il governo è disponibile a modificare gli interventi sulla scuola ciascun sindacalista è disposto a sedersi attorno ad un tavolo. Ma finora è stato arrogante, ha chiesto anche la fiducia sul maestro unico». Secondo Scrima, dunque, prima di revocare lo sciopero il governo dovrebbe mettere mano a quegli 8 miliardi di tagli «che mettono in ginocchio la scuola pubblica».

Da Corso d’Italia il no a Bonanni è molto secco: «Non riesco a comprendere cosa c’entri la crisi dei mercati con la scuola - ha spiegato il segretario generale della Flc-Cgil Domenico Pantaleo - se non a peggiorare la situazione. Le motivazioni per lo sciopero si confermano e anzi si rafforzano anche alla luce dei tagli che comporteranno la chiusura di 4.000 scuola». Secondo Pantaleo, «c’è l’esigenza da parte del popolo della scuola di andare ad una forte contestazione: per noi si va avanti e lo sciopero rimane confermato».

E sul taglio di 4mila istituti, contenuto in un decreto sulla spesa sanitaria, attacca anche il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, che bolla la decisione del governo come «grave e inaccettabile, un macigno sul percorso del federalismo».

Fredda con Bonanni anche la Uil: «La semplice convocazione non è un motivo sufficiente che consente di avere quelle risposte che ci attendiamo», spiega il segretario generale del settore scuola Massimo Di Menna che chiede, come prova della buona volontà del Governo, delle «modifiche al Piano generale della scuola» con un confronto a 360 gradi: dall’aumento del numero di alunni per classe, all’eliminazione del tempo prolungato, all’esigenza di tutelare i precari dopo il taglio dei 130mila posti nei prossimi tre anni. La Uil è «d’accordo a ridurre gli sprechi - ha concluso Di Menna - ma la riqualificazione della spesa non deve avere dei contraccolpi sul personale della scuola». Intanto i Cobas daranno inizio oggi con un sit in al Senato a una settimana di proteste che ci concluderà con lo sciopero e il corteo di venerdì a Roma.