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Unità: Buco» di 420 milioni per le supplenze, scuola a rischio caos

Allarme dei dirigenti, emergenza soprattutto in Lombardia, Emilia-Romagna e Lazio. Il ministero chiede aiuto a Padoa-Schioppa

29/03/2007
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l'Unità

di Massimo Franchi / Roma

Emergenza supplenze nelle scuole con il grido di dolore dei dirigenti scolastici («Non abbiamo soldi») che si alza sempre più forte. Sommando i «rossi» degli istituti, il ministero è arrivato a 420 milioni di debiti sulla voce supplenze. Si tratta dell'ennesima eredità della Moratti. Le conseguenze stanno ricadendo sui singoli dirigenti che non hanno più soldi per pagare i supplenti che hanno nominato o che dovranno nominare. Nell'epoca Moratti i dirigenti nominavano le supplenze e poi le potevano pagare utilizzando anche finanziamenti destinati per altri capitoli di spesa, ad esempio le forniture, il pagamento delle utenze. Una procedura formalmente poco corretta che invece veniva adottata con il bene placito dei dirigenti regionali e provinciali che ripianavano (finché hanno potuto) le casse delle scuole reintegrando i soli acconti che concedevano con il cosiddetto «piè di lista» nei loro bilanci.
Ora i nodi vengono al pettine perché i progressivi tagli della Moratti (sulle supplenze brevi dal 2002 al 2006 sono stati tolti 494 milioni, pari al 46,6%) hanno acuito il problema. In più ora il governo ha riformato il metodo di finanziamento alle scuole, riducendo in nome dell'autonomia ad un solo capitolo di spesa tutte le voci che fino all'anno scorso erano a disposizione dei Centri servizi amministrativi (gli ex provveditorati). Nelle secondarie le supplenze possono essere richieste solo in caso di mancanza dell'insegnante per più di 15 giorni. Nel caso delle elementari e della scuola dell'infanzia anche con due giorni di assenza. Oltre agli ex presidi si è levata anche la voce dei sindacati. Per Enrico Panini, segretario della Flc Cgil «la "bolla debitoria”, frutto di 5 anni di tagli operati dal precedente governo, sta esplodendo: mancano le risorse per pagare i supplenti ed ormai è diventata pratica comune non nominarli più producendo un triplice danno per i supplenti, per gli studenti, per i docenti di ruolo costretti a supplire i colleghi assenti. Lo sciopero generale che si terrà il 16 aprile rappresenterà anche l'occasione per denunciare ulteriormente questo stato di cose».
La patata bollente è capitata nelle mani del ministero di Fioroni che da mesi stava già tentando di mettere mano al problema. Il piano allo studio dei tecnici prevede la richiesta di un decreto legge che sgravi dai bilanci delle scuole almeno il pagamento delle supplenze per maternitàa. Il provvedimento è all'esame del ministro Padoa Schioppa. «Nel 2006 la spesa per supplenze è stata di 580 milioni - spiega Emanuele Barbieri, capo dipartimento del ministero - , quella per maternità si può stimare in un terzo: 190 milioni».
«Si tratta di un debito di cui siamo venuti a conoscenza solo grazie ad un lavoro certosino di analisi dei bilanci di ogni singolo istituto - spiega il viceministro Mariangela Bastico -. La situazione è grave ma ci siamo già mossi: a gennaio abbiamo spostato i 250 milioni di giacenze di contabilità cosiddette speciali proprio verso le regioni che hanno più problemi sulle supplenze come Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. In più abbiamo deciso di anticipare al 10 aprile la prima tranche dei finanziamenti alle scuole per il 2007».

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