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Unità-Conti pubblici, il governo si accorge dei buchi

Conti pubblici, il governo si accorge dei buchi Il viceministro Baldassarri smentisce il viceministro Vegas: intervento da 30 miliardi, non da 15 Per reperirli, tagli a Regioni ed Enti locali - ...

19/08/2005
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l'Unità

Conti pubblici, il governo si accorge dei buchi

Il viceministro Baldassarri smentisce il viceministro Vegas: intervento da 30 miliardi, non da 15
Per reperirli, tagli a Regioni ed Enti locali - cioè sanità e servizi - e qualche sforbiciata qua e là

di Laura Matteucci / Milano

SMENTITEIl governo si accorge dei buchi nelle Finanze pubbliche (nemmeno tutti), e adesso la manovra 2006 diventa di almeno 25-30 miliardi. Altro che i 12, massimo 15 di cui hanno ripetutamente parlato fino a pochi giorni fa il ministro all'Economia Do-
menico Siniscalco e il suo vice, Giuseppe Vegas. È toccato all'altro vice, Mario Baldassarri, dalle pagine de Il sole 24ore, smentire tutti e dare ragione a chi, come il Nens, da tempo sostiene che per avviare almeno la strada del risanamento ne occorrono almeno il doppio, di miliardi: 30, per l'appunto. E una smentita così clamorosa lascia pure parecchi dubbi sui motivi che l'hanno mossa: reale consapevolezza dello stato dei conti (improbabile), guerra politica all'interno del ministero (più facile), o semplice boutade tra le tante, chè comunque prima di settembre i numero veri non li dirà nessuno.
Secondo Baldassarri, comunque, 10 miliardi sarebbero destinati al rientro del deficit (come concordato in sede Ue) e 15-20 allo sviluppo. Ma se solo per le grandi opere quattro giorni fa si era parlato di almeno 12 miliardi?
Comunque sia, il punto è: come si trovano? Recuperare queste risorse "dentro i 630 miliardi di spesa pubblica annua non sarà facile. Ma ciò che occorre fare è frenare la spesa delle Regioni. È lì il vero problema", dice lui testualmente. Ricordando anche la partita matite (imprescindibile), il cui prezzo varia a seconda dei ministeri, tra gli 1 e i 6 euro. Tassazione delle rendite finanziarie? Interventi da combinare in un quadro almeno europeo, è la risposta di Baldassarri. Come dire: non se ne parla.
E dire che solo domenica scorsa era toccato a Vegas fare il punto sui lavori in corso per la Finanziaria. E lui aveva parlato di un giro di vite su Enti locali (ancora?), spesa sanitaria, pubblico impiego, consulenze facili e pensioni di invalidità. Tra le misure allo studio, ci sarebbero state l'introduzione di un tetto alle pensioni di invalidità legato al reddito, una sforbiciata alle consulenze esterne e agli stipendi dei megadirigenti della pubblica amministrazione. Piatto forte, imbrigliare la spesa corrente che viaggia ben oltre il tetto del 2% stabilito dalla Finanziaria scorsa.
Che l'entità della manovra sarebbe lievitata con il passare dei giorni era comunque piuttosto evidente, soprattutto in relazione alle risorse da cercare e destinare allo sviluppo. Ai 10 miliardi concordati in sede Ue per la correzione del deficit tendenziale, infatti, già erano stati aggiunti i fondi (almeno altri 5 miliardi di euro) da reperire per la riduzione del costo del lavoro, il taglio dell'Irap (che da solo ne vale 4) e il rilancio degli investimenti.
Non bastasse, da via XX Settembre è uscito pure l'annuncio che servono almeno 12 miliardi di euro per spingere sulle grandi opere e sostenere la magrissima crescita del pil. Prevista per quest'anno pari a zero, che sembra già una stima ottimista (e del resto negli anni 2002, 2003 e 2004 il pil si è sempre attestato sotto la soglia del 30% di quello programmato).
A supporto di Baldassarri, intanto, arriva il viceministro alle Attività produttive, Adolfo Urso (entrambi di An), che spinge per "chiare iniziative di politica economica". Anche lui ovviamente ha la sua Finanziaria, che vorrebbe "non elettoralistica nè neutrale, bensì rivolta a sviluppo e produzione". In particolare, sottolinea Urso, "serve una riforma radicale dell'Irap che avvantaggi due categorie: le imprese esportatrici, che hanno trainato il rialzo del pil in questi mesi, e le piccole medie imprese manifatturiere, che hanno un numero di occupati maggiore in rapporto al bilancio". "Una Finanziaria politicamente orientata, che vada in soccorso delle imprese maggiormente colpite da questa tassa".