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Unità: Conti pubblici, Italia «in rosso» a primavera

Domani Bruxelles renderà pubbliche le stime. Il deficit oltre il 4% e indebitamento in salita

07/05/2006
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l'Unità

Domani Bruxelles renderà pubbliche le stime. Il deficit oltre il 4% e indebitamento in salita

di Bianca Di Giovanni/ Roma

CONTI Un indebitamento oltre il 4% del Pil (forse già al 4,3%, mezzo punto in più rispetto alle stime della Trimestrale, cioè circa 7 miliardi), debito pubblico ancora in

salita e la crescita del 2006 ferma all’1,3% (contro l’1,5% stimato dal Tesoro). Questi i numeri che l’Unione europea si appresta a certificare per l’Italia nelle stime di primavera, che saranno rese pubbliche domani. Nessun’altra richiesta sarà avanzata a Roma, visto che il nuovo governo ancora non è entrato in carica. La trattativa spetterà tutta al nuovo esecutivo, che ripartirà da un’attenta verifica dello stato dei conti. «Deficit al 4,3%? Io la considero una buona notizia - commenta ironico l’ex ministro Vincenzo Visco - Sono mesi che diciamo che si viaggia verso il 5%». Insomma, la realtà potrebbe rivelarsi assai peggiore, una volta passate al setaccio le misure dell’ultima Finanziaria Tremonti. Una manovra promossa dall’Ue, ma di fatto di assai difficile realizzaizone: il governo Berlusconi in 5 anni ha aumentato la spesa pubblica di 2 punti di Pil (al netto degli interessi, vedi www.laVoce.info): circa 26 miliardi di euro. Inoltre l’applicazione di un regime privatistico ha fatto esplodere gli stipendi della dirigenza pubblica - osservano ancora a laVoce) e la sanità resta imprigionata in pratiche di lottizzazione politica. Evidente che non basta scrivere nero su bianco che si tagliano le spese, solo per ottenere una stretta di mano a Bruxelles. Vero è che la Ragioneria sta tenendo d’occhio anche il minimo sforamento. Avrebbe segnalato un «buco» di circa 2,5 miliardi nella sanità, per lo più riconducibile alle spese di Campania e Lazio. Le due Regioni verranno chiamate a rispondere del disavanzo, e magari obbligate a ripianarlo utilizzando le addizionali fiscali.

Ma con i diktat non si va da nessuna parte: anzi, si rischia la paralisi del Paese. Cosa che accadrà per esempio all’Anas: in giugno le casse saranno vuote. Niente cantieri, niente strutture. Per questo appaiono fuori luogo gli elogi al ministro uscente per gli sforzi dimostrati nell’ultima manovra: una vera gabbia sulle spese attivata dopo anni di una tantum. «I commenti dell’Europa - spiega l’ex sottosegretario Giuseppe Vegas - dimostrano che abbiamo fatto una Finanziaria seria». Forse seria sì, ma anche un po’ tardiva. Per iniziare a riequilibrare i conti sembra necessario un nuovo patto con gli enti locali e le Regioni. Ma non basta: nel bilancio Tremonti ha disseminato molte mine vaganti. Per esempio l’andamento della spesa per i dipendenti pubblici è sottostimato (non terrebbe conto negli anni neanche delle rivalutazioni in base all’inflazione), mentre continuano a mancare gli stanziamenti per i cofinanziamenti dell’Ue.

Se si riuscirà a trovare regole stringenti con le amministrazioni decentrate, e soprattutto a vagliare ipotesi credibili per l’abbattimento del debito, si potrà negoziare a Bruxelles un altro anno per ricondurre il deficit sotto il 3% . Finira la Commissione ha confermato i termini dell’accordo, che pone il termine di fine 2007 per raggiungere la soglia prevista da Maastricht. Non si escludono nuove misure sulle entrate, come l’aumento graduale dei contributi per gli autonomi e una nuoiva regolarizzazione di immigrati.