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Unità-Diritto-dovere: cosa è mai?

ROMA Tutti a studiare fino a 18 anni. Ma per la ministra Moratti questo non è un obbligo, bensì un "diritto-dovere", in barba a quel principio sancito dalla Costituzione. Con la riforma della si...

23/05/2004
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l'Unità

ROMA Tutti a studiare fino a 18 anni. Ma
per la ministra Moratti questo non è un
obbligo, bensì un "diritto-dovere", in barba
a quel principio sancito dalla Costituzione.
Con la riforma della signora ministra in
realtà tutta l'istruzione diventa un diritto-
dovere: così chi avrà i soldi avrà anche la
possibilità di fare l'avvocato, il manager, il
medico o l'ingegnare. Gli altri, invece, si
accontenteranno di avere il diritto (e il dovere)
di frequentare corsi di formazione per
12 anni fino al conseguimento di una qualifica
entro il 18mo anno di età. Teoricamente,
i genitori dovranno mandare a scuola i
figli fino alla maggiore età o fino al raggiungimento
di una qualifica professionale. Si
occuperà lo Stato di fornire i mezzi perché
questo "diritto sia garantito" tramite corsi,
alternanza scuola-lavoro, apprendistato etc.
La differenza con il vecchio obbligo scolastico
riguarda due punti, sostanziali: quello
più immediato dell'età, che con questa riforma
viene portato da 15 a 18 anni e il "dovere
" (ben inteso, non l'obbligo), da parte del
genitore, di adempiere a una prescrizione,
pena una sanzione da parte dello Stato.
Particolari percorsi di formazione - recita
il Decreto - attraverso i quali ciascuno
studente arrivi ad avere almeno una qualifica
professionale triennale. Secondo la Moratti
i titoli e le qualifiche professionali saranno
valide su tutto il territorio nazionale
e spendibili nella Ue. Per conseguire una
qualifica professionale saranno necessari, in
analogia con quanto già previsto dagli accordi
stipulati tra le Regioni e il Miur, tre anni
dopo i quali i ragazzi potranno scegliere se
seguitare negli studi o entrare nel mondo
del lavoro. E magari, tutto dipenderà dalla
busta paga dei loro genitori.