Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità: Draghi: «Aiutate le famiglie»

Unità: Draghi: «Aiutate le famiglie»

Mario Draghi, intervenendo alla giornata mondiale del risparmio, indica la strada al ministro Giulio Tremonti

01/11/2008
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Stop alla politica di soli tagli. Il governatore ha invitato l’esecutivo ad intervenire in aiuto delle famiglie. Per le risorse si faccia uso della flessibilità permessa dal Trattato sul patto di stabilità. In tempi di crisi a fare la differenza è «la politica economica». Servono «misure appropriate» per attenuare il peso del ciclone finanziario sull’economia reale. Cioè, su cittadini e imprese. Mario Draghi, intervenendo alla giornata mondiale del risparmio, indica la strada al ministro Giulio Tremonti che ha appena terminato il suo breve discorso. E dice chiaro e tondo: il governo aiuti le famiglie. Trovi le risorse approfittando della flessibilità permessa dal Trattato del patto di stabilità e crescita. Tanto più che i conti pubblici sono già stati posti «su una traiettoria di risanamento credibile».

Parole che cadono nel vuoto della politica economica tremontiana, che finora ha fatto solo tagli. Così come sono gelide le considerazioni di Bankitalia sull’eventuale ingresso dello Stato nelle banche, tanto propagandato dal Tesoro. Il discorso ai banchieri del banchiere centrale ha il sapore del compromesso dove i «paletti» voluti da Via Nazionale sono ben ficcati in terra. Forse proprio per questo ieri non si è visto il decreto tanto atteso: arriverà in settimana e sarà fatto a regola d’arte. Cioè, come chiede Draghi. Il quale non esclude l’intervento pubblico, ma che sia «temporaneo e non intrusivo». Come dire: le banche facciano le banche e lo Stato faccia lo Stato.

La diga di Draghi contro l’intrusione del Tesoro non vuol dire affatto che le banche si salvino dalla sua cruda reprimenda. Vero: il governo deve agire con politiche espansive, magari tagliando le tasse sui conti correnti. Ma anche le banche devono fare la loro parte. Sono state aiutate proprio per questo.

La crisi è grave. «La moderata dinamica del reddito disponibile reale delle famiglie - spiega Draghi - l’incertezza aumentata dall’aggravarsi del clima economico si riflettono sui comportamenti dei consumatori. Si comprimono le spese, specialmente quelle più facilmente rinviabili. Gli acquisti di beni durevoli, quelli di autoveicoli in particolare, si sono fortemente contratti». Secondo Bankitalia, la stagnazione in atto proseguirà almeno fino a metà del 2009. La situazione è grave, ma limitare i danni è possibile. Le banche italiane hanno una buona capitalizzazione e insolvenze gestibili. Ma devono essere «particolarmente attente nella gestione dei rapporti con le famiglie - continua il governatore - Soprattutto quelle più vulnerabili». Draghi chiede più flessibilità sulla rinegoziazione dei mutui, denunciando tra l’altro la poca attrattività della proposta Tremonti. Il governatore chiede anche di rivedere i parametri sui tassi, perché a causa delle tensioni sul mercato interbancario «l’Euribor non riflette più adeguatamente il costo della raccolta». L’ultima stilettata riguarda proprio il rapporto tra gli stessi istituti. Nessuno si fida dell’altro e questo provoca l’aumento dei tassi. Eppure questo differenziale «non ha ragione d’esistere», dichiara il governatore, che poi guarda la platea e aggiunge a braccio: «Perché vi conoscete tutti benissimo». Le banche non hanno appprofittato di tutti gli strumenti che le autorità hanno messo loro a disposizione. Anche sul fronte della ricapitalizzazione, azionisti e manager devono avere un approccio «pragmatico». Se serve, va accettato anche l’intervento pubblico. Tanto più che il ministro assicura: non vogliamo lo Stato banchiere. «Lo Stato entrerà solo se richiesto e in assoluta concordia con Bankitalia». Parole diverse da quelle di qualche settimana fa. Evidentemente la sua linea ha perso, contro quella di Gianni Letta (e di Cesare Geronzi).

BIANCA DI GIOVANNI

ROMA

bdigiovanni@unita.it