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Unità: Epifani: dal governo arrivano troppi allarmi

Sindacati preoccupati dalle continue «anticipazioni». Protestano pubblico impiego e scuola

24/06/2006
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l'Unità

di Laura Matteucci / Milano

ALTOLA’ I sindacati lanciano l’altolà sulla «cura pesante» annunciata dal ministro all’Economia Tommaso Padoa Schioppa. «Ogni giorno c’è un annuncio, un allarme

riferito a scuola, sanità, contratti pubblici e pensioni - dice il leader della Cgil, Guglielmo Epifani - Oggi è la volta del blocco degli investimenti Anas. Mi sembra una situazione un po’ paradossale perché si trasmette al Paese un messaggio forte di precarietà e di allarme». «Non mi pare il modo giusto per affrontare i problemi del risanamento - continua Epifani - tenendo conto però dell’equità, della coesione e dello sviluppo». La Cgil, comunque, si esprimerà «con chiarezza» sulla manovra annunciata martedì prossimo nel corso del Direttivo della confederazione.

Sulla stessa linea la Cisl, con il segretario generale Raffaele Bonanni che sottolinea: «Anche noi siamo per una cura pesante: quella di far pagare gli evasori, di tassare le rendite finanziarie e se non basta di riprendersi i soldi del secondo modulo della riforma fiscale del governo Berlusconi. Non vogliamo sentire altro. Il fatto di parlare di tagli a sanità, scuola e pensioni - aggiunge - non mi sembra corrisponda al programma del governo».

In campo anche le categorie. Lo sciopero nazionale dei lavoratori del pubblico impiego sarà «inevitabile» senza «un’altra strategia se non quella dei tagli, già percorsa dal governo Berlusconi, e del mancato rinnovo dei contratti», dice il segretario generale della Cgil Funzione pubblica Carlo Podda.

Sul risanamento dei conti pubblici e sugli interventi del governo inoltre, «ci piacerebbe conoscere la posizione del presidente Prodi», continua Podda, il quale se la prende anche con «il metodo oltre che al merito della questione visto che viene annunciata a mezzo stampa». «La proposta collegiale del governo - spiega - va fatta in sede di trattativa».

I sindacati, quindi, propongono di aprire un tavolo «per un patto sul lavoro pubblico che contempli il rinnovo dei contratti, i livelli occupazionali, il ringiovanimento della forza lavoro e la stabilizzazione del precariato».

Bocciatura netta anche dal mondo della scuola. Le dichiarazioni sulla scuola del ministro sono «sconcertanti e sorprendenti», secondo il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima. Che spiega: «Lo sconcerto nasce dall’ossessiva riproposizione di misure restrittive in settori che da oltre 10 anni sono stati oggetti di tagli, in termini di risorse umane e finanziarie ogni oltre limite di tollerabilità. La scuola ha subìto pesanti penalizzazioni da questa forma di pirateria finanziaria e non è disposta a subirne ulteriori». Il segretario della Cgil scuola, Enrico Panini, avverte il ministro che «non accetteremo tagli, ma ci aspettiamo dalla coalizione investimenti nell’istruzione».