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Unità:Epifani: il governo a volte pecca di snobismo

A Fermo per l’inaugurazione della Camera del lavoro. «Ogni tanto l’esecutivo si mette in cattedra»

28/10/2006
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l'Unità

di Sandra Amurri/ Fermo

SNOBISMO «Sì, la posizione che il sindacato ha espresso unitariamente sulle scelte di fondo della leg-ge finanziaria, è condivisa dai lavoratori, lo abbiamo verificato», dice d'un fiato Guglielmo Epifani per spiegare che. quel malumore che aleggia è frutto di polemiche strumentali oltre che di una carenza di comunicazione da parte del Governo e delle forze che lo sostengono.
«Un Governo - aggiunge - che a volte pecca di snobismo, nel senso che non si sente sufficientemente parte delle scelte che adotta. Un Governo, ancora, che a volte sembra voler stare in cattedra accantonando la fatica del confronto».
L'occasione del viaggio a Fermo del segretario generale della Cgil è l'inaugurazione della sede provinciale della Camera del Lavoro (Fermo è anche una delle tre province istituite due anni fa che rischiano di restare sospese). La discussione sul tema dell'innovazione e sviluppo, si svolge nell'Aula magna del prestigioso Istituto Tecnico Montani, il primo nato in Italia a metà dell'800, che ha formato fior fiore di tecnici, alcuni dei quali divenuti poi capitani d'industria, a partire da Aristide Merloni, ma anche del Presidente degli Industriali del Fermano, Alvaro Cesaroni, titolare di una importante azienda di informatica, che, cosa assolutamente singolare, è stato delegato sindacale nel corso della sua esperienza di lavoro alla Olivetti. A proposito di formazione, Epifani fa notare che, oltre alla carenza di fondi, c'è anche un problema di soldi «che non vengono spesi bene».
La conversazione con Epifani continua sul ruolo del Sindacato, che spiega «oggi più di sempre, purtroppo, in assenza di organizzazioni politiche di massa capaci di dialogare con i diversi interessi e bisogni che percorrono la società, è centrale, pur nella sua parzialità di rappresentanza. E lo è anche grazie al rafforzamento dell'unità tra le tre grandi organizzazioni sindacali».
Sviluppare il confronto, la discussione, è una necessità che Epifani sente come prioritaria, così come avverte la carenza dei luoghi dove discussione e confronto possano avvenire. Pensa ai giovani, a quel dramma della cosiddetta modernità che si chiama “precariato”, ma anche ai salari e stipendi di primo impiego, di quei giovani laureati ai quali il Presidente degli industriali aveva fatto riferimento sottolineandone l'esiguità ma anche l'impossibilità dell'impresa di sopportare costi maggiori a causa della competitività internazionale, degli aggravi fiscali ed altro.
Uno spunto di cui Epifani, a conclusione del suo appassionato intervento, si serve per evidenziare un dato emblematico, quello degli stipendi dei dirigenti italiani che sono i più alti d'Europa, aggiungendo che occorre puntare ad una più equa ridistribuzione del reddito e non continuare ad operare nel tentativo di spaccare l'atomo, pratica che di certo non favorisce l’avanzamento della società.

La nuova ricetta di Mussi: «Basta enti lottizzati»
Il ministro rinuncia al potere di nomina. Comitati di saggi ed esperti proporranno nomi al di sopra di ogni sospetto
di Manuela Modica / Roma
Commissari e comitati. Il Ministro dell’Università e della ricerca Fabio Mussi ci prova così a districare l’ASI, l’Agenzia spaziale italiana, e da qui tutti gli Enti di ricerca, dalle dinamiche di lottizzazione politica. A seguito delle dimissioni del Presidente, Sergio Vetrella, nominato dalla Moratti, e della maggioranza dei componenti del Consiglio d’amministrazione, Mussi ha infatti disposto il commissariamento dell’ASI, nominando il professor Vincenzo Roppo, ordinario di diritto civile nella Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Genova. Roppo però non rimarrà in carica oltre i sei mesi. In questo periodo infatti, ed è questa la novità, il Ministro Mussi, rinunciando al suo potere di proposta di nomina del Presidente ha costituito un Comitato di alta consulenza, il «Search Committee», con il compito di proporgli tre nomi tra i quali effettuare la scelta.
«Si passa da una scelta politica a una scelta in cui vengono garantite le alte competenze professionali» ha commentato il professor Sergio De Julio, presidente dell’ASI dal 1996 al 2001, e consigliere del ministro. Umberto Veronesi, Pasquale Pistorio, Franco Pacini, Giovanni Sylos Labini e Paolo Leon, questi i cinque «saggi» che valuteranno i curricula e sentiranno il parere degli esponenti del settore spaziale internazionale, per indicare entro due mesi i tre candidati alla Presidenza dell’ASI. La logica interpretativa di questa composizione segue un disegno di certo non improvvisato. L’ASI, finanziata dallo Stato, investe nella ricerca e governa tutto il settore dell’industria aerospaziale. E allora, da un lato la comunità scientifica, rappresentata nei due macro settori delle Scienze della vita, Veronesi, e le Scienze dell’universo, Pacini. Dall’altro Pistorio a rappresentare il settore industriale, e Leon quello economico. Infine Labini, in rappresentanza delle piccole e medie industrie.
«L’ultimo esempio di presidenza è stato disastroso diciamo la verità - ha continuato DeJulio - il difetto principale di questa gestione è stato una visione squisitamente aziendalistica di questo tipo di struttura. L’ASI deve essere in grado di innescare meccanismi di selezione di qualità di progetti e finanziarli. Negli ultimi cinque anni c’è stato invece un drastico calo dei finanziamenti della ricerca di base, che rifletteva la visione miope del precedente governo. Una sopravvalutazione degli investimenti a breve termini, che sicuramente porta dei risultati economici immediati, come per esempio le telecomunicazioni. Ma che ha tolto competitività al paese. La storia ha invece sempre dimostrato che gli investimenti nel periodo medio lungo hanno prodotto grandi risultati.» Il prossimo passo secondo DeJulio dovrà essere la modifica dell’attuale normativa di costituzione del Cda, «che deve agire senza vere riferimenti esterni». Una previsione, quella di De Julio, a medio-lunga scadenza.