Unità-Epifani: il ruolo di Berlusconi è sempre quello di dividere il Paese
Le confederazioni preoccupate per le conseguenze degli attacchi alle parti sociali. Santini (Cisl): il premier sta facendo solo danni
di Felicia Masocco/ Roma
DIVIDE ET IMPERA Con i sindacati gli è riuscito fino ad un certo punto, il tempo per Cisl, Uil e gli altri firmatari del Patto per l’Italia di verifi-
care che questo governo i patti non li rispetta. A verifica avvenuta e di fronte al disastro dell’economia le confederazioni si sono ricompattate, ma Berlusconi il vizio di incunearsi nel corpo delle parti sociali non lo ha perso. Lo ricorda Guglielmo Epifani commentando i fatti di Vicenza: «Ho sempre detto che questo governo agisce per dividere, non per unire - afferma -. E oltre ad averlo fatto con il sindacato adesso prova a farlo con il sistema delle imprese, ma non gli riesce». Non un fare estemporaneo, dunque, ma una «modalità di agire» per i leader della Cgil, il sindacato che - come gli altri - al premier ha sempre dato del «lei» ma che nel quinquennio è stato senz’altro la sua principale spina nel fianco. Basti ascoltare i berluscones di questi giorni che ogni due per tre agitano lo «spauracchio» della Cgil. Per Epifani questo modo di fare, il produrre continue divisioni, «rappresenta il limite più forte che ha portato alla grave crisi in cui oggi versa il paese». Berlusconi non capisce come Prodi possa dare ragione a Confindustria e a Cgil? «Vorrei ricordargli che Cgil, Cisl, Uil e Confindustria hanno raggiunto un accordo su Mezzogiorno e infrastrutture e avevano chiesto un incontro al governo, ma il governo non ci ha neanche convocato», risponde Epifani giusto per fare un esempio.
Anche Paolo Pirani, segretario confederale della Uil, individua nell’«idea di puntare sulle divisioni la cifra di questa legislatura». «Il governo ha teso a dividere il Sud dal Nord, i Comuni dalle Regioni, i sindacati, i magistrati dall’esecutivo, i giornali, e oggi punta a delegittimare la Confindustria. È chiaro - afferma Pirani - che questo tipo di intendimento fa capire che se loro dovessero tornare a governare considererebbero un ostacolo ogni forma di confronto con le parti sociali». Durissimo il commento su quanto avvenuto al convegno vicentino. Per il sindacalista della Uil «lì c’è stato il richiamo agli “spiriti animali” del popolo delle partite Iva, dei piccoli padroncini, alla ricerca del consenso». L’auspicio è che anche questi imprenditori «riflettano», perché «non solo quella strada non li ha portati da nessuna parte in questi cinque anni, ma rischia anche di compromettere il futuro». Paolo Pirani si dice per nulla convinto, anzi «stupito» per le parole di Pierferdinando Casini e quanti come lui criticano Prodi perché avrebbe detto «le stesse cose» a Confindustria e al sindacato: «Dimenticano - fa notare - che questo paese nel corso di un decennio è uscito dalla crisi ed entrato in Europa cercando il consenso di Confindustria e dei sindacati».
«Confindustria ha fatto le sua analisi, Prodi ha preso i suoi impegni, Berlusconi ha parlato d’altro cercando di recuperare con gli imprenditori. Non è così che si governa», taglia corto il segretario confederale della Cisl Giorgio Santini che, come aveva già detto Savino Pezzotta sintetizza: «Così Berlusconi fa solo danno al Paese». «Il premier, forzando, sta cercando di recuperare un rapporto con le imprese che sente logorato e così facendo si mostra incurante di dividere la platea. Un ritornello che conosciamo».