Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità-Famiglie e imprese vittime della Finanziaria

Unità-Famiglie e imprese vittime della Finanziaria

Famiglie e imprese vittime della Finanziaria La realtà di Tremonti: meno fondi per le politiche familiari, solo una tantum per le aziende di Bianca Di Giovanni / Roma CHI CI RIMETTE ...

03/10/2005
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Famiglie e imprese vittime della Finanziaria

La realtà di Tremonti: meno fondi per le politiche familiari, solo una tantum per le aziende

di Bianca Di Giovanni / Roma

CHI CI RIMETTE E CHI CI GUADAGNA con l'ultima Finanziaria? Secondo Giulio Tremonti la manovra colpisce gli sprechi e pensa a famiglia e sviluppo. Non pare proprio. Già ieri i fondi per le politiche familiari risultavano diminuiti rispetto alla prima stesura.
Ancora: le risorse destinate alle imprese verrebbero da entrate una tantum. Questo sarebbe lo sviluppo? Quanto ai tagli (che Tremonti preferisce definire risparmi), sul pubblico impiego si colpiscono direttamente le persone (a proposito di famiglia).
Guerra ai lavoratori pubblici La manovra "spreme" il pubblico impiego prevedendo risparmi per 1,1 miliardi dal settore statale e 900 milioni dagli enti locali. Per l'esattezza la norma introduce il limite del 60% della spesa 2003 per i Cococo e i contratti a termine. Significa che nel 2006 smetteranno di lavorare 45mila persone attualmente impegnate da enti locali e Regioni ed altre 24mila in attività presso ministeri e Università. Ma il comparto paga anche sotto altre forme. Per quel che riguarda i contratti, viene rifinanziato soltanto il protocollo del 27 maggio scorso (978 milioni), ma per il biennio 2006-07 risulta coperta solo l'indennità di vacanza contrattuale per il settore dello Stato: nulla è previsto per Sanità, enti locali, università e ricerca. Solo l'adeguamento all'inflazione programmata (1,7%) costerebbe 2 miliardi.
Demagogia per demagogia. I politici si taglino gli stipendi e taglino le auto blu, strombazzano a destra. Ebbene, secondo un'ipotesi circolata il taglio del 10% degli stipendi riguarderebbe tutti (anche gli assessori comunali) fuorché i ministri. In particolare i ministri non parlamentari non subirebbero nessun taglio. Già un paio di anni fa furono previsti risparmi dal governo, ma in quell'occasione venne tagliata solo l'indennità suppletiva di cui godono gli esponenti dell'esecutivo. Passando alle auto blu, i risparmi su quel fronte non superano i 30 milioni di euro per lo Stato e i 50 milioni per gli enti locali. Quirinale, Camera, Senato e Consulta contribuiscono al regime di austerity per 178 milioni complessivi. Briciole se se paragonati ai tagli che si impongono alla "macchina" pubblica: 6 miliarid in meno al bilancio dello Stato, 3 miliardi ad enti locali e Regioni, 2,5 miliardi in meno alla sanità e infine i 2 miliardi del pubblico impiego. Sono le cifre a dire chi paga.
Dipendenti sotto tiro Il lavoro dipendente è vessato da parecchi punti di vista. Prima di tutto le risorse destinate al Tfr sono risicate: 154 milioni per il 2006, 347 per il 2007 e 424 per gli anni successivi. Non basteranno a compensare le aziende che dovranno ricorrere al credito privato. Ma solo le grandi otterranno dalle banche crediti agevolati: per le piccole niente di niente. E i lavoratori restano a secco. Anche se sulla carta hanno lo stesso diritto. Vessatoria poi appare la disposizione sul pignoramento del quinto dello stipendio come forma di punizione per chi ha eluso il fisco. Vuol dire puntare il dito sul lavoro dipendente, lasciando campo libero agli evasori totali.
Figli e nonni sono una tantum. Quella della famiglia è una delle "parabole" più interessanti dell'ultima manovra. Si è partiti dal quoziente familiare, un sistema che costa decine e decine di miliarid di euro. Si è passati a 1,4 miliardi destinati a bimbi e anziani in una bozza. Nella Finanziaria varata giovedì quella somma era già scesa a 1,2 miliardi. Ieri ancora un ritocco: 1 miliardo e 142 milioni. E sempre nella forma indistinta di un fondo generico. Contemporaneamente i Comuni aspettano ancora i soldi (500 milioni) per coprire il fondo sociale di quest'anno. A proposito di solidarietà. Quel miliardo e rotti in arrivo per l'anno prossimo, poi, dovrebbe contenere tutte misure spot, visto che è finanziato da entrate una tantum. Ieri è stato lo stesso Gianni Alemanno a confermarlo, dichiarando che An sta spingendo perché le coperture diventino strutturali.
Le imprese incassano Due miliardi in meno di costo del lavoro. Luca di Montezemolo si dichiara soddisfatto, definendo "responsabile" l'impostazione della manovra. Eppure anche quegli sconti sono finanziati con entrate temporanee: nel 2007 si torna indietro? Agli imprenditori va bene così? Per di più le aziende energetiche con la tassa sul tubo si vedono aumenatre l'iposizione. Quella tassa non piace ai consumatori, per il rischio che ricada sulle bollette. Dovrebbe servire esattamente al contrario: ad abbassare i costi per gli utenti. Ma il governo non lo chiarisce.
Maxiemendamento in arrivo Molti dettagli sono ancora allo studio. Il governo sta preparando l'emendamento da presentare alla Camera, cioè a conclusione dell'iter parlamentare. Dunque, giochi ancora aperti. Già domani Giulio Tremonti presenterà il testo nell'aula del Senato. Giovedì partirà la sessioen di bilancio con la sua audizione in commissione. L'assalto alla diligenza deve ancora cominciare.