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Unità/Firenze: A Barbiana per una «scuola di tutti»

Oggi a Vicchio anche il neoministro Fioroni. Bertinotti: «L’interesse di don Milani per gli ultimi»

21/05/2006
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l'Unità

La scuola di tutti e di ognuno « Sandro aveva 15 anni. Alto un metro e settanta, umiliato, adulto. I professori l’avevano giudicato un cretino. Volevano che ripetesse la prima per la terza volta...». Sandro, deluso dalla scuola, voleva andare in officina. Invece finì a Barbiana alla scuola di don Milani che lo “iscrisse” in terza media. « Sandro in poco tempo s’appassionò a tutto. la mattina seguiva il programma di terza. Intanto prendeva nota delle cose che non sapeva e la sera frugava nei libri di seconda e di prima. A giugno il “cretino” si presentò alla licenza e vi toccò passarlo». Sono passati 39 anni da quando don Lorenzo Milani, priore di Barbiana, scrisse queste parole nel libro “Lettera a una professoressa”. È invece dal 2002 (oggi sarà la quinta edizione) che tante persone, la seconda domenica di maggio, si fanno due ore e mezzo di cammino in salita e sotto il sole, per salire da Vicchio nel Mugello fino a Barbiana, il borgo in cui visse, insegnò ed è sepolto il priore. Stamani ci sarà anche il neoministro all’Istruzione Fioroni.

Don Milani non accettava una scuola classista, che, per organizzazione e per programmi di insegnamento, escludeva i figli degli ultimi. Così fondò una propria scuola (totalmente privata) per insegnare ai ragazzi che la scuola ufficiale

espelleva. Da quel libro (a fine ‘67 era fra i più venduti) partì un forte movimento che cambiò il sistema scolastico italiano.

Stamani (la partenza è fissata alle 10,30 a Lago Viola) a questa marcia, che non ha slogan né bandiere, ci sarà anche il nuovo ministro dell’istruzione del governo Prodi Beppe Fioroni.

Il suo predecessore (Letizia Moratti) non si era mai fatta vedere. Non senza ragioni, perché quando nel 2002 la marcia nacque proprio come giornata di protesta contro la riforma-Moratti. «Una giornata - scrivevano i promotori di allora - per dire no alle proposte dell’attuale governo perché porterebbero alla deriva la scuola pubblica. Diciamo no a provvedimenti che introducono nuova discriminazione e selezione... separazione precoce tra percorsi liceali e percorsi professionali...».

A 5 anni di distanza il clima però è cambiato, come è cambiato il governo del Paese. E la presenza di Fioroni lo testimonia. Ne è consapevole anche la sindaca di Vicchio Elettra Lorini: «Era una marcia di protesta, oggi è una marcia di proposta per far sì che la nostra scuola non diventi fabbrica di macchinette funzionali e efficienti, ma formi cittadini sovrani, dotati di senso critico». Lorini nei giorni scorsi ha invitato anche i neo presidente di Camera e Senato, Fausto Bertinotti e Franco Marini. Bertinotti ieri ha risposto con un messaggio per i promotori (tra cui il presidente della Regione Claudio Martini e il sindaco di Firenze Leonardo Domenici) e per i partecipanti. «Perché Barbiana - scrive il presidente della Camera - è un’esperienza così intensa? Perché sta a cavallo tra le parole antiche libertà e uguaglianza e le nuove pluralismo e solidarietà. E forse, quello che le consente di avere questa sensibilità sta proprio nella scoperta, nella curiosità e nell'interesse che ha per i destini delle persone. In particolare per quelle persone che fanno parte del mondo degli ultimi». Per Bertinotti, che oggi non ci sarà (deve rimanere a Roma per impegni già fissati da tempo), ma ha promesso che salirà a Vicchio il prossimo 5 giugno, «libertà, uguaglianza, pluralismo, solidarietà», cioè le parole scelte come manifesta per la marcia di Barbiana, «sono la migliore testimonianza della capacità di attrazione che questo evento ha per i credenti e i laici del nostro paese».

All’iniziativa saranno presenti anche la senatrice Vittoria Franco («ci sono per rinnovare l'appuntamento con tutti coloro che intendono migliorare il sistema formativo nel nostro paese» spiega) e il suo collega Andrea Ranieri, responsabile nazionale scuola dei Ds, il presidente della provincia di Firenze Matteo Renzi, il vicesindaco del Comune Giuseppe Matulli, che è il presidente del concorso “lettera a una professoressa, 40 anni dopo”, e l’assessore regionale all’istruzione Gianfranco Simoncini. Per Simoncini sarà anche l’occasione per chiedere al ministro Fioroni un deciso cambio di rotta rispetto agli atti del suo predecessore. «Questa è una marcia di auspicio - spiega Simoncini - perché speriamo che la scuola possa tornare ad essere al centro dell’attenzione e della politica del governo di questo paese. Forse dopo anni di disattenzione, torniamo sulla strada giusta».

Quella che da Barbiana aveva indicato don Milani.

Vladimiro Frulletti