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Unità: Fondi all'università, mugugni anche dalla Rosa nel Pugno

Nell'Unione, e nell'Ulivo in particolare, il problema è assai sentito, anche perché il tema del sostegno alla ricerca e all'università è centrale nel programma di governo del centrosinistra

14/11/2006
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l'Unità

Non si placano le proteste in arrivo dagli atenei italiani per i tagli previsti dal decreto Visco-Bersani di luglio: quel -20% alle spese di gestione (quelli che tecnicamente si chiamano «consumi intermedi») è considerato assolutamente inaccettabile dai rettori e dai lavoratori delle università, che hanno in programma uno sciopero generale per il 17 novembre prossimo. Un problema già denunciato dal ministro Fabio Mussi, che ha sottolineato come con i soldi delle assunzioni per i giovani ricercatori reperiti dal governo non si risolve il problema del funzionamento delle università italiane.

Nell'Unione, e nell'Ulivo in particolare, il problema è assai sentito, anche perché il tema del sostegno alla ricerca e all'università è centrale nel programma di governo del centrosinistra. La vice-capogruppo dell'Ulivo a Montecitorio, Marina Sereni, ammette la difficoltà: «Ora noi dobbiamo mantenere i fondi per i nuovi ricercatori e recuperare il taglio di luglio che rischia di mettere in difficoltà il funzionamento delle università», ha detto. Quindi sono previste modifiche in questo senso alla finanziaria? «Come maggioranza ci stiamo lavorando- è la risposta- dobbiamo chiedere anche al ministro dell'economia di fare uno sforzo».

«Ho chiesto a Franceschini di riunirci e gli ho comunicato che se non si risolverà il problema dei tagli all'università e alla ricerca noi ci asterremo su tutto in Aula», ha minacciato il presidente dei deputati della Rosa nel Pugno, Roberto Villetti, annunciando l'astensione del suo gruppo «finché questo problema non si sblocca».

La finanziaria «non dà risposte alla stragrande maggioranza di precari che sono i co.co.co., gli assegni di ricerca, gli esternalizzati, quelli con meno diritti e nessuna garanzia», fa sapere un comunicato del sindacato Rdb-Cub Pi Ricerca. I tagli alle Università e le briciole agli Enti di ricerca, paragonati alle centinaia di milioni di euro destinati alla ricerca privata, la dicono lunga su quanto il governo Prodi - denuncia il sindacato - voglia investire in quei settori che dovrebbero garantire lo sviluppo del paese e la formazione delle nuove generazioni».

«In tutto il mondo stiamo assistendo all'esplosione della spesa per università e ricerca - ha aggiunto il ministro dell'Università e Ricerca Fabio Mussi- . E se tutto il mondo investe e l'Italia no, è ovviamente molto pericoloso per il nostro Paese: se si scendono le scale, poterle risalire poi diventa un'impresa assai ardua». Il ministro Mussi a proposito di "tagli" ha sottolineato: «Con questa finanziaria una cosa è certa: intendiamo tagliare la proliferazione dissennata di nuove sedi universitarie e nuovi insegnamenti». Il ministro all'Università e alla Ricerca ha infatti evidenziato che «in Italia siamo passati da 2.300 a 5.500 corsi universitari e siamo arrivati, in 105 province, a ben 360 sedi universitarie e a 12 telematiche. Questa proliferazione, questa frammentazione con questa finanziaria è certamente finita». Parlando ancora dei contenuti della finanziaria per quanto riguarda il mondo dell'Università e della ricerca, Mussi ha evidenziato come dal prossimo anno verrà istituita l'agenzia di valutazione dell'Università, che valuterà - tra l'altro - l'impiego delle risorse degli atenei nonché la qualità di ricerca e didattica svolta e il rapporto di assunzione dei giovani usciti dai corsi. L'Agenzia, che sarà indipendente, sarà dotata il primo anno di 100 milioni di euro. Mussi ha inoltre ribadito che il taglio del 20% previsto dal decreto di luglio ai consumi intermedi «deve essere tolto alle Università e ai centri di ricerca».

Sul sostegno per l'università è intervenuto anche il ministro dell'Innovazione, Luigi Nicolais che ha annunciato che con «il ministro Mussi stiamo facendo di tutto per reperire fondi aggiuntivi che dovrebbero essere pari a 200milioni di euro. Inoltre è stato introdotto un fondo per l'innovazione che sarà gestito da un comitato interministeriale tra il sottoscritto e i ministri Bersani e Mussi del valore di 1 miliardo e 100milioni in tre anni che prevede la partecipazione delle università, degli enti pubblici di ricerca e delle aziende private». Il ministro, conversando con i giornalisti ha quindi osservato: «Sicuramente tutti dobbiamo fare dei sacrifici. Sull'università, sulla ricerca è stato investito molto e ormai abbiamo recuperato tutti i punti che le università richiedevano, cioè investimento per i precari, sia nelle università che negli enti pubblici di ricerca. C'è un impegno anche del ministero dell'Economia, sicuramente un forte impegno anche del presidente Prodi. Crediamo nelle università e nella ricerca - ha concluso - riteniamo che il futuro del Paese sia basato sulla capacità di produrre e di utilizzare il sapere. Quindi credo ci siano tutte le condizioni per essere ottimisti».