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Unità: Fuga dalla scuola: 50mila chiedono la pensione

Tra docenti e non il 30% di domande in più rispetto al 2006. Il balzo più alto in Lombardia

06/02/2007
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l'Unità

di Bianca Di Giovanni/ Roma

FUGA Pensione in vista per circa 48mila dipendenti della scuola, tra insegnanti e personale ausiliario. Come ogni anno a gennaio si ripete la grande fuga dalle aule.
Quest’anno però l’impennata è più evidente: circa 10mila in più rispetto all’anno scorso. Lombardia, Sicilia e Campania le regioni in testa per il boom delle domande. Colpa dello «scalone» ereditato da Maroni ancora piazzato dal primo gennaio dell’anno prossimo? Non solo, ma in buona parte sì. Intanto Cesare Damiano chiede un vertice di governo per arrivare al tavolo con una posizione condivisa. La proposta c’è, ma il tavolo non si vedrà per almeno un paio di settimane. Romano Prodi è in partenza per l’India il prossimo fine settimana. Vi resterà per una settimana . Dunque, una data probabile per far partire il confronto si colloca attorno a fine mese. Per ora siamo alle schermaglie, in attesa anche della posizione dei sindacati. La vigilia non lascia ben sperare, viste le esternazioni delle organizzazioni dei lavoratori soprattutto sui coefficienti di trasformazione su cui si registra una distanza abissale con il governo.
In attesa della convocazione, Tommaso Padoa-Schioppa ha giocato una carta a sorpresa: quella dei giovani. Il ministro ha voluto incontrare ieri i rappresentanti degli universitari . All’incontro il titolare dell’Economia avrebbe chiesto proposte nuove e non proteste, ricordando che «i conti devono tornare non solo il prossimo anno ma anche nei prossimi 40-50 anni». Il ministro avrebbe distribuito agli studenti una sua vecchia intervista e alcune tabelle sugli effetti della spesa pensionistica sulle generazioni future. I ragazzi si sono impegnati ad elaborare proposte e a farle pervenire al ministro. All’uscita i giovani hanno dichiarato che «la riforma deve tener conto della solidarietà tra le generazioni». Su questo Padoa-Schioppa si sarebbe detto d’accordo con loro.
Nel frattempo dalla scuola arrivano i primi segnali della fuga verso la pensione: più di 38mila insegnanti, quasi 10mila personale ausiliario e un paio di centinaia di dirigenti si preparano a lasciare. Le domande si addensano a inizio anno perché la scuola ha una sola finestra d’uscita, anche molto rigida (cambiare idea è molto complicato). Bisogna presentare la domanda entro il 10 gennaio per lasciare il primo settembre. «Servirebbe più flessibilità - spiega Enrico Panini della Cgil - Il grande esodo è dovuto anche al fatto che il corpo insegnanti ha una media d’età molto alta. Ma l’effetto scalone si è fatto indubbiamente sentire». Quella che si prepara ad andarsene a settembre è l’onda di insegnanti inseriti al momento dell’innalzamento dell’obbligo scolastico a 14 anni (1962), una disposizione che ha fattolievitare anche le frequenze alle superiori. I neo-pensionati saranno sostituiti con il piano di stabilizzazione previsto dalla Finanziaria: 150mila insegnanti e 20mila ausiliari da inserire nei ruoli in tre anni.