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Unità: Graduatorie da rifare, Gelmini bocciata sui precari

Il Tar del Lazio accoglie il ricorso dell’associazione insegnanti ed educatori: «Commissariata se non rispetta i punteggi». Miur: «Emendiamo il decreto»

11/10/2009
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l'Unità

Mariastella Gelmini commissariata: entro un mese il ministero dell’Istruzione dovrà inserire «a pettine» nelle graduatorie provinciali un centinaio di supplenti. Lo ha stabilito il Tar del Lazio accogliendo il ricorso dell’Asief (Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione) e di circa 70 insegnanti. La III sezione bis del tribunale amministrativo, presieduta da Evasio Speranza, ha deciso che Mariastella Gelmini sarà commissariata se non farà inserire «a pettine», ovvero sulla base del punteggio ottenuto, i precari finiti «in coda» alle graduatorie. I giudici hanno già nominato il commissario, Luciano Cannerozzi, dirigente generale della Funzione Pubblica. Il Tar ricorda che «in applicazione dei principi costituzionali di effettività della tutela giurisdizionale », il ministero «è tenuto a dare tempestiva e puntuale esecuzione» alla sentenza. E condanna il Miur al pagamento delle spese legali degli insegnanti ricorrenti. Anche il Consiglio di Stato, al quale si era appellato il ministero, aveva infatti dato ragione al Tar. Mariastella Gelmini non cede: «Nulla cambierà rispetto a quanto è già deciso», ma annuncia un emendamento ad hoc nel cosiddetto «decreto salva precari», quando sarà convertito in legge. Il ministro è convinta che le sue scelte «rispondano a criteri di giustizia, serietà e modernità ». I criteri dei tagli, soprattutto. L’emendamento non consentirà il trasferimento da una graduatoria all’altra », spiega una nota da Viale Trastevere, «garantendo e limitando» l’inserimento «in coda» in altre tre province. In coda, appunto, a chi già è in lista per l’assunzione. Si preannuncia il caos. Il Tar deve calendarizzare altre udienze per ricorsi (da circa 7mila e 500 precari) e certo molti insegnanti già inseriti «a pettine» saranno sfavoriti, come gli 8mila che hanno avuto l’immissione in ruolo ad agosto, che potrebbero ricorrere al Tar. «Il ministro Gelmini sta provocando il caos nella scuola, si è mossa in modo unilaterale, senza basi giuridiche », afferma Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil «ha messo i precari l’uno contro l’altro. Rivedere il decreto non salva nessuno, si devono rivedere i tagli». La Gelmini messa sotto scacco da Tar «dimostra di conoscere poco o per niente le cose di cui parla (come la questione delle pulizie da parte dei collaboratori scolastici), ma quelle che fa, ed anche quelle che non fa, risultano deleterie per la scuola pubblica statale».Anna Fedeli, della Cgil Lazio, propone che si lascino le graduatorie come sono, per non creare «sub graduatorie». La Lega insorge contro «la dittatura dei magistrati», l’Italia dei Valori reclama le dimissioni della Gelmini. Russo del Pd chiede che il ministro «rispetti le sentenze» e «non cambi la regole del reclutamento degli insegnanti, né alcuna legge, perché sarebbe un atto incostituzionale»