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Unità-Hashish a scuola, preside condannato a un anno e otto mesi

Hashish a scuola, preside condannato a un anno e otto mesi Trovarono 20 grammi addosso ad un ragazzo e un po' di mozziconi sparsi. L'imputato: "Sentenza allucinante" Gregorio Pane MIL...

29/06/2004
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l'Unità

Hashish a scuola, preside condannato a un anno e otto mesi

Trovarono 20 grammi addosso ad un ragazzo e un po' di mozziconi sparsi. L'imputato: "Sentenza allucinante"

Gregorio Pane

MILANO Nell'istituto che dirigeva, il liceo Majorana di Rho, comune alle porte di Milano, fu trovato uno studente con indosso 20 grammi di hashish, altrettanto quantitativo venne rinvenuto in un vano anticendio dove furono trovati anche alcuni mozziconi di "spinelli". Per questo il giudice di Milano Beatrice Secchi, ha condannato ieri ad un anno e 8 mesi di reclusione, Bruno Dagnini, il preside riconosciuto colpevole di favoreggiamento personale, agevolazione dolosa dell'uso di sostanze stupefacenti e di omessa denuncia. Per lui il pm Gianluca Bragho aveva chiesto 2 anni e 2 mesi di reclusione dell'ambito del procedimento celebrato con rito abbreviato.
"Sono esterrefatto da questa sentenza allucinante", ha detto subito dopo la lettura del dispositivo della sentenza il preside condannato. Quanto deciso, ha aggiunto l'imputato, "pone un precedente gravissimo. Si cerca un capro espiatorio. Ma il punto che è nelle scuole noi non coltiviamo certo l'hashish, ma semmai affrontiamo il problema delle droghe".
Se il preside si dichiara anche indignato, il suo difensore Giuliano Pisapia dice di restare convinto "che il comportamento tenuto da Dagnini sia stato ineccepibile. Decine di professori hanno escluso che il preside fosse a conoscenza di quanto accaduto tra le mura del suo istituto, faremo appello e alla fine otterremo giustizia".
La vicenda era venuta a galla nell'inverno di due anni fa - precisamente nel 2002 - in seguito alla continua attività di vigilanza nelle scuole del Comune del milanese da parte dei carabinieri della compagnia di Rho. Agli stessi carabinieri erano inoltre giunte segnalazioni da parte dei genitori di alcuni studenti, che preoccupati per la diffusione dello spinello a scuola avevano lanciato un "sos" alle forze dell'ordine, chiedendo di intervenire per mettere fine al "fumo" nell'istituto.
Così prima della chiusura dello scorso anno scolastico, tra la fine maggio e i primi di giugno dell'anno scorso, ci fu un blitz dei carabinieri al liceo scientifico Majorana: entrarono una ventina di carabinieri, più altri in abiti civili che si erano o mescolati tra i ragazzi, e anche unità cinofile. L'operazione si concluse con l'arresto di uno studente che aveva in tasca 20 grammi di hashish. Un'altra ventina di grammi di sostanze stupefacenti vennero trovati nascosta in un vano antincendio della scuola, e si scoprirono anche tracce di cocaina su un davanzale. All'esterno di un altro istituto superiore di Rho, il tecnico per geometri "Mattei", già nell'ottobre 2002 erano stati arrestati due ragazzi di un altro istituto che spacciavano droga leggera passandola attraverso le cancellate della scuola.
Il preside del Majorana dichiarò già allora di avere "la coscienza a posto" e di non aver mai tollerato il consumo e la vendita di droga all'interno dell'edificio scolastico, anzi di avere modificato il regolamento interno adottando molte il regolamento interno adottando molte restrizioni. Il dirigente non escluse però che vi potessero essere stati episodi fuori controllo, ma non certo per la connivenza del corpo insegnante.
Alla vicenda giudiziaria si ribellarono studenti e insegnanti. Significativo fu allora un documento inviato al preside e sottoscritto dalla stragrande maggioranza degli insegnanti: "Caro preside, apprendiamo dai giornali che nei prossimi giorni sarai davanti a un giudice per rispondere di omessa denuncia e favoreggiamento allo spaccio di droga. Desideriamo esprimerti la nostra solidarietà per quanto sta accadendo e sta accadendo alla scuola. Consideriamo sbalorditive le accuse che ti vengono rivolte e preoccupante un certo modo di affrontare il problema della diffusione della droga nella scuola, e non solo nella nostra, che tali accuse sembrano sottendere. Questo liceo e la tua direzione si sono distinti in questi anni per una scelta, che è prima di tutto educativa, fatta di faticoso ascolto e di grande disponibilità nei confronti degli adolescenti e delle loro problematiche. È inquietante, a dir poco, che tale scelta rischi di essere confusa con un comportamento di colpevole indifferenza o peggio di complicità".