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Unità: I giovani, la ricerca e l’eterno bagnomaria

la legge finanziaria 2007 potrebbe incidere drammaticamente non solo sulla vita di qualche migliaio di giovani aspiranti ricercatori, ma anche tarpare le ali al rilancio della ricerca

28/09/2006
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l'Unità

Aldina Venerosi*
Enrico Alleva**

In una di queste notti la legge finanziaria 2007 potrebbe incidere drammaticamente non solo sulla vita di qualche migliaio di giovani aspiranti ricercatori, ma anche tarpare le ali al rilancio della ricerca scientifica pubblica (e indirettamente privata) del nostro Paese. L’allarme lo ha dato ripetutamente il responsabile nazionale Ds Università e Ricerca, il fisico e parlamentare Walter Tocci: è dunque importante che un governo progressista inverta radicalmente la rotta rispetto a un passato recente e meno recente, che ha determinato uno stato di grave sofferenza nel panorama nazionale della ricerca.
La indiscutibile condizione di iniquità prodotta dal crescente lavoro precario, che affligge una parte consistente (e in aumento) della pubblica amministrazione -- ricerca pubblica inclusa-- tiene «a bagnomaria» esistenziale, con tutele negate o sussultorie, migliaia di giovani ricercatrici e ricercatori (basta citare i diritti alla maternità negati in una scienza ogni giorno più al «femminile»). Ma va soprattutto ricordato, a chi mette in fila le cifre della finanziaria 2007, che il cervello umano attraversa fasi di particolare vigore e plasticità, legate a una creatività intellettuale che raggiunge il suo apice nella fase postadolescenziale: nel nostro contesto antropologico durante il dottorato e nelle fasi post-dottorali di piena maturazione professionale.
È questa la fase nella quale è perciò urgente investire in un’ottica di lungo periodo sulle giovani menti, dando loro la possibilità di «metter su casa scientifica», con una prospettiva di stabilità esistenziale, quindi professionale e salariale. In altre parole si tratta di concedere la “tenure” (da non confondere con l’agognato «posto fisso» dell’ennesimo statale italiano) e con essa la prospettiva di poter lavorare con serenità e in completa autonomia nell’età della massima creatività scientifica. Il ministro Mussi, che sembra fare sul serio, ha commissionato all’Accademia Nazionale dei Lincei un parere sulla tipologia di concorsi per giovani ricercatori (disponibile sul sito www.lincei.it) e si è ripetutamente pronunciato a favore della messa a concorso di 1000-2000 posti l’anno di ricercatore a tempo indeterminato per Università e altri Enti di Ricerca per un decennio.
Ovviamente questi numeri - linfa vitale per ossigenare il sistema - non comprendono il naturale turnover delle Università e degli Enti di ricerca, ma augurabilmente rappresenteranno un «di più» di qualità, che dia finalmente senso a quanto invocato dalla Fabbrica del Programma nelle fasi finali della campagna elettorale: quando si promettevano investimenti certi e cospicui nella ricerca scientifica, giustificatamente individuata come fattore di innovazione e dunque prosperità per un paese in conclamata decadenza di competitività. Si tratta insomma di saper captare, scegliendoli con rigore e con sistemi concorsuali di standard concretamente europeo, quei talenti scientifici cui oggi il Paese davvero necessita.
Sarà necessario inoltre che la Finanziaria 2007 preveda di arruolare giovani ricercatori anche in altri ministeri, perché gli Istituti sperimentali o di ricerca da questi vigilati o co-vigilati hanno organici poco numerosi (e spesso insufficienti) ma non per questo meno importanti per contribuire a rilanciare il sistema paese.
È augurabile che il ministro Livia Turco, che gestisce quello della Salute, trovi il coraggio di investire nei giovani ricercatori biomedici, per svecchiare un personale senescente, con età media sensibilmente e superiore a quelle di analoghe strutture europee. Non si tratta di riproporre l’ennesima «sanatoria», ma di investire in un numero sufficiente di elementi giovani, motivati e produttivi, e di farlo senza ulteriori ritardi. Solo un Servizio Sanitario Nazionale di reale standard europeo potrà contribuire a indirizzare il Paese verso prospettive di sviluppo contemperate; per esempio, con l’aumento della durata della vita, che comporta di riflettere senza tentennamenti sulla necessità e appropriatezza di interventi diagnostici e terapeutici sensatamente efficaci.

* Ricercatore a tempo determinato e membro del direttivo FLC-CGIL dell’Istituto Superiore di Sanità

** Accademia Nazionale
dei Lincei