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Unità: I precari assediano la Gelmini. «Ecco i nostri giorni d’inferno»

Mentre il Consiglio dei ministri discute del loro futuro, i precari della scuola sanno già che rimarranno «fregati».

04/09/2009
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l'Unità

Mentre il Consiglio dei ministri discute del loro futuro, i precari della scuola sanno già che rimarranno «fregati». L’unica speranza è chiedere un miracolo alla “Beata assunta”, statua issata sulle scalinate del ministero di viale Trastevere. Dopo anni passati a saltare da una scuola all’altra, da una città all’altra, ora non hanno altre possibilità. Stanno passando giorni d’inferno, tra l’incredulità per i tagli di cattedre, per le graduatorie sbagliate, per (gli inutili) viaggi della speranza lontani da casa. Il loro futuro è scritto: «Siamo a spasso», raccontano in coro. Ognuno ha la sua storia, la rabbia è il comune denominatore.La fregatura la conoscono già. La Gelmini darà una mano solo a quelli di loro che l’anno scorso hanno avuto una cattedra annuale. Per tutti gli altri, e sono una maggioranza, niente di niente.
Gente che da anni manda avanti la scuola italiana. Come Giorgio, 53 anni, nelle graduatorie dall’ormai lontano 1984 in una delle classi più affollate, Scienze motorie, quella dei professori di educazione fisica. «Nonostante un punteggio altissimo e dopo anni di supplenze annuali, l’anno scorso mi sono dovuto accontentare dei 3 segmenti. Giravo tutta Roma con 4 ore in una scuola, 2 in un’altra e 10 nella terza. Per meno di mille euro al mese. Quest’anno invece i tagli hanno fatto una catastrofe». Esistono infatti tre graduatorie. La prima riguarda gli abilitati e viene stilata dai Csa (centri servizi amministrativi), gli ex provveditorati. Da qualche anno si possono richiedere altre tre provincie oltre a quella di residenza. Pur di trovare un posto Paola ha inserito Cagliari. «Alla faccia di Brunetta, noi siamo abituati a muoverci e non siamo dei fannulloni - spiega -. Il viaggio della speranza è stato totalmente a carico nostro: nave e pullman. Siamo arrivati all’ufficio e ci hanno detto che il viaggio era inutile: di cattedre non ce n’era neanche una. Ho urlato, mi sono sfogata un po’ e poi sono tornata a casa, ma la rabbia è tanta».
POCHE SPERANZE

Viaggio della speranza che non farà Fabrizio, 45 anni. «Io la cattedra annuale la avevo nella stessa scuola nel Viterbese da 5 anni - racconta -. E non mi aspettavo proprio di non riaverla quest’anno. Con il mio punteggio la avrei avuta in quasi tutte le altre province d’Italia, ma non ho fatto altre richieste e così rimango fregato. Con due figli e una moglie a carico».
Altri hanno trovato semplici comunicazioni. «Un foglio A4 che semplicemente spiegava come “La disponibilità di cattedre sono terminate, eventuali nomine aggiuntive verranno comunicate nelle prossime settimane”». Altri, come Maria, non hanno trovato il loro nome. «Se lo sono dimenticati e capita quasi tutti gli anni. Succede perché i tagli sugli Ata, gli amministrativi, sono forti come da noi e anche loro sono in difficoltà».
La seconda graduatoria è di passaggio e non dà posti, né problemi. La terza riguarda i non abilitati e la stila ogni scuola. È lì che tutti ora sperano di trovare un posto. «Adesso aspettiamo - continua Giorgio - : se usciranno nuove disponibilità, se ci saranno delle rinunce, se i tagli saranno ridotti. Se, se, se. La nostra è una vita di se e a 50 anni non ce la fai più».
A tagliare le gambe alle sue speranze c’è la certezza che le migliaia di precari che l’anno scorso avevano una cattedra, ora andranno a togliere posti nelle graduatorie temporanee. «E così siamo sicuri di rimanere a casa», sintetizza Paola.
Manuela, 29 anni, una delle più giovani in piazza, sarà una delle poche a poter avere il cosiddetto «contratto di disponibilità», avendo cattedre annuali da anni. Ma non è affatto contenta. «È un ammortizzatore sociale bello e buono. I sindacati dovrebbero rifiutarlo perché in questo modo accettano la politica di tagli che stanno rovinando la scuola italiana».