Unità: I precari il 5 in piazza. Sarà un autunno caldo
Scuola: prof in sit-in a Montecitorio mercoledì prossimo Riapertura senza tempo pieno. I presidi verso lo «sciopero dei bilanci»
L’anno dolente della scuola non è ancora finito. Il 15 luglio in piazza Montecitorio sfileranno i precari (la Uil ha chiesto ieri un decreto al governo per le indennità di disoccupazione e per le immissioni in ruolo di 16mila docenti precari, tanti sono). Persone, certe di rimanere senza posto e senza stipendio con l’inizio dell’infausto prossimo ciclo (riapertura il 14 settembre), in cui si sperimenterà il modello Gelmini. I sindacati saranno lì. Il governo non ascolterà, le opposizioni solidarizzeranno. Poi, tutti in ferie. Ma le migliaia di docenti in bilico resteranno con l’angoscia: senza lavoro, in molti casi anche a 45 anni. Se qualcuno conosce già il tormentato destino, molti altri si illudono che andrà meglio. Sono i genitori che hanno creduto nella buona fede del ministero e hanno iscritto i figli al tempo pieno. Come si ricorderà nei moduli per le elementari viale Trastevere lasciava libertà ma consigliava i modelli orari della riforma. Con un gesto di disobbedienza civile, questo è, tantissime famiglie scelsero il tempo pieno. Sono metodi di governo dell’opinione pubblica a monte. In realtà, a cose fatte, molte scuole tra due mesi comunicheranno laconicamente l’impossibilità di soddisfare le richieste per mancanza di fondi. Inizierà la guerra tra poveri, come sempre, qualcuno con più mezzi toglierà i figli dalla scuola pubblica, altri protesteranno per un po’. La Gelmini conta sul fattore tempo per andare avanti. Ma quando si toccano diritti e dall’altra parte si vuole concedere bonus per chi porta i figli nelle private, il fattore tempo potrebbe riservare brutte sorprese al ministero. L’anno del maestro unico, dunque, partirà sotto i peggiori auspici. Tra l’altro, alcuni giorni fa, la Corte dei Conti ha in qualche modo stabilito che il docente unico non è prescrittivo. La Corte afferma come l’Amministrazione sottolinei che il modello del docente unico - di cui al d.l. n. 137/2008, convertito in legge n. 169 del 30 ottobre 2008 - viene sì indicato come modello da privilegiare nell’ambito delle possibili articolazioni del tempo-scuola, ma pur sempre «tenuto conto della richiesta delle famiglie e nel rispetto dell’autonomia scolastica». L’indicazione del modello non avrebbe alcun carattere prescrittivo, lasciando piena libertà alle scuole di strutturare orari e assetti didattico-organizzativi secondo la propria programmazione e valutazione. Ma se l’autonomia viene strozzata con la carenza di fondi resta miseramente sulla carta. Questa mannaia di Stato non passerà senza resistenze. A tutti i livelli. Senza che sembri retorico, sarà realmente il prossimo un autunno caldo, caldissimo per il mondo dell’istruzione. Le inedite modalità di protesta sperimentate in questo tormentatissimo 2008 da professori, genitori e studenti torneranno senz’altro utili. Ai danni che si andranno a sperimentare nelle elementari e nelle medie si dovrà aggiungere il serrato confronto sul modello della scuola superiore. Regolamenti varati che traumatizzano l’istruzione tecnica così come l’idea tradizionale dei licei, ovviamente in peggio. Il tempo è poco, pochissimo. Tra settembre e dicembre ministero e sindacati dovranno raggiungere soluzioni di compromesso, sempre che Gelmini sia disponibile all’ascolto. I diktat Tremonti partiti più o meno un anno fa non ammettono deroghe, come se l’istruzione fosse regolabile esclusivamente con i criteri della partita doppia. In proposito ci potrebbe essere una forma tanto curiosa quanto esplosiva di resistenza all’essiccamento dell’istruzione pubblica. È sin qui solo un insistente passaparola: i presidi si preparano allo «sciopero dei bilanci». In pratica dichiareranno l’impossibilità di far tornare i conti sull’ordinaria gestione dei loro istituti. E rimetteranno la decisione nelle mani del ministero che si dovrà assumere la responsabilità di certificare bilanci in cui non si garantisce l’istruzione basilare. fluppino@unita.it