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Unità: I vescovi: «Basta gettare fango sulla scuola, del Sud come del Nord»

La Gelmini finisce dietro la lavagna. I sindacati la attaccano: «Basta frasi di stampo leghista»

26/08/2008
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l'Unità

di Roberto Monteforte/ Roma

«SMETTIAMOLA di gettare fango sulla scuola del Sud o del Nord, sui professori fannulloni o quant'altro. Fa solo male, alla scuola e al Paese». Lo chiede il Sir,
l’agenzia di stampa espressione della Conferenza episcopale italiana che con una nota affidata all’esperto di scuola Alberto Campoleoni, interviene sulla polemica innescata dalle dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Gelmini contro i docenti «meridionali». Polemica inutile e sbagliata quella del ministro per l’agenzia dei vescovi. Nella sua nota il Sir entra nel merito ed elenca quali sono i veri nodi da sciogliere per la scuola al Sud. Intanto quelli strutturali a partire dalle «condizioni fatiscenti e più volte denunciate in cui versano tanti istituti». Il punto non sono i professori inefficienti» che si puntualizza «sono distribuiti un po' ovunque, senza preferenze geografiche e soprattutto in modo molto minore di quanto vorrebbe certa retorica antiscolastica». Quanto piuttosto «le condizioni generali all'interno delle quali si svolge oggi la loro professione e il contesto generale del sistema scolastico». L’invito del Sir è di porre termine alla «polemiche inutili», e di discutere «nelle sedi adeguate, cercando accordi ampi, su come migliorare professionalità e doverosamente premiare i meriti, su come verificare e valutare in modo virtuoso i processi scolastici e i loro protagonisti, e si faccia quel che serve, a cominciare da investimenti sostanziosi».
Non è questa l’unica bocciatura per la Gelmini. Fermissime sono state le critiche dei sindacati scuola, non solo di Cgil, Cisl e Uil, ma anche quelli di destra, come la Ulg per niente convinti dalle parziali correzioni del ministro, come l’idea di avviare corsi di formazione per gli insegnanti a prescindere dalla loro collocazione geografica. «Non bisogna dividere i docenti in due mondi», afferma Giuseppe Mascolo, segretario nazionale Ugl-scuola che invoca «più unità e non disparità di trattamento» per la scuola italiana e «una valorizzazione della professionalità». «Il divario tra le scuole del Sud e quelle del Nord rappresenta un problema reale, come dimostrano chiaramente anche le rilevazioni Ocse-Pisa. Ma imputarne la responsabilità ai docenti, così come ha fatto il ministro Gelmini, è inopportuno», commenta il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio. «Basta frasi di stampo leghista: servono analisi e proposte più serie» afferma il segretario generale della Flc-Cgil Enrico Panini che denuncia «analisi lombrosiane» e un tentativo del governo di «stravolgere il dettato costituzionale in materia di istruzione». Critico è anche il segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna. «Da un ministro ci si aspetterebbero analisi più attente e proposte più serie» afferma Francesco Scrima (Cisl-scuola). La polemica è anche politica. Se fanno quadrato attorno alla Gelmini gli esponenti della maggioranza, il Mpa si smarca e chiede «chiarimenti» in Parlamento. Va oltre il Pd: con il deputato Francesco Boccia osserva che «il ministro ha perso autorevolezza ed è venuta meno alla sua funzione di garante dell’unità nazionale». Per questo annuncia che chiederà la «sfiducia individuale» per il ministro, che con «la sua crociata» contro gli insegnanti meridionali« diventa imbarazzante per lo stesso centrodestra».