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Unità: Il 5 in condotta non fermerà i bulli

Intervista a Giampaolo Sbarra, vicepreside artistico di Treviso

31/01/2009
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l'Unità

Il cinque in condotta tiene banco. A scuola come nelle case degli italiani non si parla d’altro. La Gelminite non ha fine. Ogni giorno un annuncio, una correzione verbale si aggiunge al decreto emanato a metà gennaio. Troppo tardi per alcune scuole. Il Gelmini-pensiero sulla valutazione del comportamento, diffuso solo attraverso i media, ha gettato nel caos studenti e famiglie: sia chi ha preso le pagelle prima del decreto che chi l’attende nel prossimo mese. Tant’è che in Veneto è dovuto intervenire l’ufficio scolastico regionale per far tornare la calma: i 5 dati in una scuola dell’alta padovana a 3 ragazze «per comportamento troppo esuberante» sono stati annullati. Perché illegittimi. Eppure la Gelmini non sdegna il microfono: «Il 5 in condotta farà media e fermerà il bullismo». Sarà proprio così? «Non si può bocciare un ragazzo con un 5 in condotta e dare un debito ad un’altro studente che ha un 5 in italiano. Se il comportamento deve fare media occorre rendere coerenti le scale dei voti. Quindi, tutte le materie dovrebbero essere valutate allo stesso modo». Giampaolo Sbarra, vicepreside e prof di italiano e storia al liceo artistico statale di Treviso, da un voto alla Gelmini: insufficiente. Lo stesso voto che il ministro pretende per i bulli.

Professore, non è troppo severo?

«La scuola è un bell’ambiente e noi insegnanti siamo al fianco dei ragazzi. La normativa Gelmini sulla valutazione del comportamento è pessima: è incoerente, confusa. Ogni giorno getta panico e sconcerto tra gli studenti e tra i docenti che devono applicarla. In dieci giorni è stato emanato un decreto, poi è stata diffusa una circolare. Non solo. Il ministro ogni giorno fa continue puntualizzazioni verbali che non sono scritte da nessuna parte. Impone criteri dall’alto lesivi dell’autonomia scolastica».

L’ultima in ordine temporale assegna alla valutazione dei docenti come applicare, caso per caso, il 5 in condotta. Il suo istituto, cosa farà?

«Siamo obbligati a dare la sufficienza ai micro bulli mentre nulla cambierà per i veri bulli».

In che senso?

«La prossima settimana cominciamo gli scrutini. In base al decreto ministeriale del 10 gennaio scorso, chi ha avuto 15 giorni di sospensione e non si è ravveduto prenderà un 5 in condotta. Chi ne ha avuti di meno, la sufficienza. Chi avrà avuto 2 giorni di sospensione prenderà 7. Questa è la griglia che ci si può dare per poter dare un senso ai voti».

Il 5 in condotta fermerà il bullismo?

Ho forti dubbi che lo faccia. Il macro bullo poteva essere punito anche prima della Gelmini: nello statuto delle studentesse e degli studenti sono previste sanzioni gravissime al riguardo, quali la bocciatura e la non ammissione agli esami di stato.

Ha un suggerimento per la Gelmini?

C’è un tale caos e disorientamento che il ministro abbia il coraggio di revocare la normativa e tutti gli annunci-spot successivi. Emani un nuovo provvedimento, facendosi consigliare però da persone veramente competenti. In modo che sia chiaro, coerente ed univoco.

MA.IER