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Unità: Il coraggio di un medico

Considero un piccolo atto di eroismo civile, ad esempio, quello del mio medico di base, che ha appeso in bacheca un cartello con su scritto: «In questo studio i clandestini non si denunciano, SI CURANO».

10/02/2009
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l'Unità

Disgraziato Paese il nostro, dove la sofferenza tremenda di un padre per la figlia morta troppo tempo fa, e la sua richiesta allo Stato - cui diversamente da altri riconosce appieno autorevolezza e lresponsabilità - di sancire con il distacco dei tubi quel che è già accaduto, lo costringe e lo riduce a trasformarsi in eroe civile. Disgraziato il Paese che ha bisogno di eroi, e noi cominciamo ad averne molto bisogno. Per questo, e per reagire al senso di impotenza che ci avvolge, dobbiamo e possiamo cominciare a compiere gesti anche piccoli, ma significativi: senza aspettare che altri siano eroi al posto nostro, e sforzandoci invece al nostro dovere quotidiano di civiltà, democrazia, rispetto dei diritti umani. Perché proprio quel piccolo dovere quotidiano - pagare le tasse, o non compiere abusi edilizi - rischia di diventare, o sta già diventando, un atto di eroismo.

Considero un piccolo atto di eroismo civile, ad esempio, quello del mio medico di base, che ha appeso in bacheca un cartello con su scritto: «In questo studio i clandestini non si denunciano, SI CURANO». Qualcuno dirà che i clandestini, nella maggior parte dei casi, non vanno dai medici di base. Può darsi, come può anche darsi che il passaparola induca qualcuno che sta male e non ha i documenti in regola a farsi visitare prima che sia troppo tardi, per non morire di gravidanza o per le epidemie che si possono scatenare nel silenzio e nella sopraffazione. In ogni caso, negli studi dei medici di base transitano centinaia e centinaia di pazienti, che forse quel cartello indurrà a pensare, a interrogarsi, magari a chiederne ragione al medico stesso. E lui dirà, spiegherà: con più efficacia di quanto non accadrà con le risoluzioni delle associazioni di categoria. E forse rischiando di perdersi qualche paziente.

Nel silenzio in cui tutti ci sentiamo costretti, una piccola voce: meglio di niente. E meglio anche degli appelli in rete, comunque benedetti, ma che difficilmente riescono a vivere di vita propria fuori dalla rete stessa. Sarebbe un bella cosa se cartelli analoghi apparissero all’entrata generale e a quella di ogni singolo reparto degli ospedali e delle cliniche convenzionate, e se magari i medici si appuntassero sul camice un badge con quella stessa scritta. Qualcuno, per una scelta così, potrebbe anche trovarsi in qualche difficoltà: per questo, appunto, c'è bisogno di piccoli eroismi, quelli che ciascuno di noi può sostenere con il medico e con l’infermiere che conosce. Magari rischiando qualcosa in proprio con il mettere seriamente in gioco l’amicizia.

Possiamo individuare il nostro piccolo eroismo. Dobbiamo farlo, almeno per sostenere la speranza sempre più esile che non ci sia presto bisogni di eroismi grandi.