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Unità-Il governo provoca i lavoratori

Il governo provoca i lavoratori Ipotesi inflazione programmata all'1,5%. Scontro con sindacati ed Enti locali Bianca Di Giovanni ROMA Peggio di due giorni fa. Né enti locali, né...

29/07/2004
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l'Unità

Il governo provoca i lavoratori

Ipotesi inflazione programmata all'1,5%. Scontro con sindacati ed Enti locali

Bianca Di Giovanni

ROMA Peggio di due giorni fa. Né enti locali, né parti sociali hanno ottenuto risposte esaustive nei due incontri di ieri sul documento di programmazione economica e finanziaria, che stasera sarà varato dal consiglio dei ministri. Di certo resta la stangata da 24 miliardi (17 di tagli e 7 di una tantum). Non si sa di preciso dove si prenderanno, né se si riuscirà a reperire risorse per lo sviluppo (incluse le minori tasse), di cui tanto si parla. In consiglio arriverà di certo il dato sull'inflazione programmata. Le anticipazioni insistono: sarà fissato all'1,5% per il 2005, quasi un punto in meno di quanto chiedono i sindacati, e all'1,4% nei due anni successivi. Un dato "velleitario" per la Cgil, anzi "sbagliato, visto che sotto al 2% si parla di deflazione e quindi di mancanza di crescita".
Stasera, tuttavia, non arriverà molto di più. Ieri si sono sapute solo mezze verità, assai inquietanti, sul Tfr e sui condoni fiscali. A parole il ministro promette "attenzione alle famiglie, al welfare e al non profit" e annuncia un tavolo sull'andamento dei prezzi (l'opposizione chiede da tre anni che siano tenuti sotto controllo). Ma è tutto ancora nel libro dei sogni. Quello che si prepara è un Dpef "snello e asciutto", cioè "la cornice". Così spiega Domenico Siniscalco all'ennesimo tavolo vuoto di confronto. La sostanza arriverà dopo, con la finanziaria "che scriveremo assieme. Le cifre sono sintesi politiche che spetta al governo fare". Chiaro che il ministro preferisce i panni del tecnico, per tenersi lontano da imboscate della maggioranza, in cui potrebbe anche rimanere schiacciato. Così, prima ammette che la manovra sarà "dolorosa", poi non rivela le misure (a parte qualche notizia "estorta" dai sindacati). È altrettanto chiaro che di responsabilità il ministro non vuole prendersene neanche una. Fino al punto da raccogliere sul sito del Tesoro i suggerimenti inviati via e-mail. A fargli da sponda il premier, che aprendo i due giri di tavolo di ieri ha fatto appello all'ottimismo di tutti, declamando la barzelletta di rito. "Invito tutti all'ottimismo - ha detto Silvio Berlusconi - anche la signora della Cgil (che la volta scorsa aveva definito la più arrabbiata, ndr).
"Al contrario di quello che lei pensa, più passa il tempo e più si diventa pessimisti. Un Dpef così non si è mai visto - replica secca Marigia Maulucci, capodelegazione del sindacato di Corso d'Italia in assenza del segretario gugliemo Epifani - Un Dpef fai da te, in cui tutti scrivono e inviano e-mail. La consideriamo una vera e propria caduta di responsabilità". Anche Savino Pezzotta "non ce la fa proprio ad essere ottimista con questi numeri", e conferma il giudizio negativo emesso dalla Cgil. " A questo punto - conclude Pezzotta - noi andiamo tutti in vacanza, l'unico che rimane al lavoro ad agosto sarà Siniscalco. Noi gli manderemo le nostre e-mail". "Nessuna novità - aggiunge Luigi Angeletti - per questo confermiamo il giudizio negativo". Insomma alla fine a forza di finto dialogo il risultato per il titolare di Via Venti Settembre potrebbe anche essere peggiore del suo predecessore. Ma è ancora presto per capire su quale china si sta posizionando Siniscalco, il quale per ora sta facendo di tutto per recuperare terreno sul fronte internazionale fornendo numeri veri sulle casse pubbliche (di cui, detto tra parentesi, avrebbe dovuto occuparsi anche quando c'era Tremonti).
"Tremonti ci convocava poche volte e ci trattava male, ma almeno qualcosa ce la diceva", confessa il collaboratore di un presidente di Regione. Gli amministratori locali escono da Palazzo Chigi con il "vuoto pneumatico" in mano. "Io sto ai fatti, non alle intenzioni - dichiara Vasco Errani, presidente dell'Emilia Romagna - e di fatti non se ne sono visti. Mi preoccupo quando si dice che sulla sanità non si interverrà, perché sulla sanità bisogna intervenire con risorse e nuovi accordi". Insomma, all'orizzonte si profila la stretta. Anche il presidente Anci Leonardo Domenici mantiene tutte le sue riserva. A questo punto si spera nel tavolo tecnico sulla stesura della finanziaria. Come dire: tutto rinviato a settembre.
Per Luca Cordero di Montezemolo al "primo posto", ci sono Irap e Mezzogiorno. Ma anche un "piano decennale per la ricerca e l'innovazione". A preoccupare il leader degli industriali è soprattutto una delle tante slide mostrate da Siniscalco: quella sulla competitività che vede l'Italia superata anche da Francia e Germania. Toni critici anche dalle banche, tartassate dalla manovra correttiva. L'Abi punta il dito contro "l'inasprimento discriminatorio dell'Irap sui crediti, all'imposta sostitutiva del 2% sui mutui, a un fondo rotativo che non coinvolga le banche tra i valutatori e i finanziatori dei progetti". Siniscalco, dal canto suo, assicura solo che correggerà la misura sui mutui, limitandola soltanto agli immobili (esclusa la prima casa). Resta poco chiaro quando arriverà la correzione: se si farà in finanziaria partirà solo dal 2005.