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Unità: Il padrone unico

colpisce ancora una volta l’atteggiamento che anche ieri Berlusconi ha tenuto nei confronti della ministra di turno

23/10/2008
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l'Unità

m.ci.

Il Cavaliere e la Dama. Silvio Berlusconi e la stella Gelmini che non riesce a brillare di luce propria ed è costretta, nell’agitazione di cui non capisce il perché, a rivolgersi al Capo per ottenere legittimazione e rinnovata fiducia mentre crolla addosso a tutti e due il castello di carte di una riforma che non è un «semplice decreto». E lui che approfitta dell’occasione per impossessarsi della scena, per prendersi una sorta di interim mediatico sulla scuola in modo da riproporre con parole sue, i punti più devastanti dello tsunami riformistico.

Qui non è una questione di contenuti. Che della cosiddetta riforma della scuola si è detto e si dirà. Ma colpisce ancora una volta l’atteggiamento che anche ieri Berlusconi ha tenuto nei confronti della ministra di turno relegata ad arredo, a bella statuina comprimaria. Le «ragazze del presidente» sono tutte destinatarie di un viscido comportamento finto rispettoso che le annulla, pena il ritorno all’anonimato in caso di ribellione. Anche ieri, con quella mano che sollecitava o zittiva, con quel coivolgimento ad uso e consumo delle sue tesi, con l’atteggiamento accondiscendente ma fermo rispetto a qualsivoglia pensiero contrario, se mai uno ve ne fosse stato, Berlusconi non ha fatto altro che il padrone. Il padre-padrone, unico e prevalente. Come il maestro. Senza preoccuparsi della contraddizione in termini.