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Unità-Il tam-tam continuerà di scuola in scuola

Il tam-tam continuerà di scuola in scuola Elisabetta e Mimma del coordinamento romano in difesa della scuola pubblica Sabato 17 gennaio tanti genitori romani erano in piazza con i loro bambin...

02/02/2004
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l'Unità

Il tam-tam continuerà di scuola in scuola
Elisabetta e Mimma del coordinamento romano in difesa della scuola pubblica

Sabato 17 gennaio tanti genitori romani erano in piazza con i loro bambini. E' stato il momento di maggiore visibilità di un lungo percorso di mobilitazione che nella nostra città è iniziato ormai diversi mesi fa, prima ancora che cominciasse l'anno scolastico in corso. Sono state talmente tante le scuole coinvolte e così varie le modalità che i genitori hanno scelto per protestare, che è difficile dare un quadro completo di quello che è il movimento contro il decreto a Roma. Abbiamo scoperto la nostra forza e il nostro essere parte della scuola dei nostri figli. Occupazioni, attraversamenti lenti, volantinaggi, consigli straordinari nei diversi Municipi, persino la convocazione di un consiglio comunale aperto alla cittadinanza: la preoccupazione dei genitori ha cercato e trovato un sostegno in tanti municipi della capitale e il coordinamento romano per la difesa della scuola pubblica oltre ai genitori e alle scuole sin dall'inizio ha coinvolto Municipi, sindacati, forze politiche e associazioni varie (vedi il sito www.coordinamentodifesascuolapubblica.it). Ma le sigle non possono dar conto della ricchezza e della spontaneità di tante iniziative disseminate nella città. A Roma sono 140.000 i bambini che mangiano a scuola, tempo pieno e tempo prolungato sono un tassello importante del modo di essere e di organizzarsi di questa città. Abbiamo spiegato e contestato il decreto in centinaia di assemblee: non ci piace il modo in cui ridisegna il tempo scuola, ma non ci piace neppure il maestro prevalente o l'anticipo delle iscrizioni. Le madri chiedono più tempo per sé, anche per poter lavorare, e più tempo per i propri figli, perché possano imparare in modo disteso e partecipare ad un progetto educativo di qualità che coinvolga tutti i bambini della classe. Con gli insegnanti e i dirigenti più sensibili abbiamo reso evidente il modello di scuola più povera che questo decreto disegna, una scuola che seleziona i bambini in base al reddito e non rispetta i loro tempi di apprendimento. Per questo abbiamo chiesto il ritiro del decreto. Abbiamo rifiutato, lì dove solerti dirigenti li avevano già introdotti, i nuovi moduli per le iscrizioni.
E adesso? Vogliamo andare avanti. Quale destino avranno le tante iscrizioni al tempo pieno per il prossimo anno scolastico? Cosa faranno le scuole? Vogliamo capirlo adesso. Oggi ne discuteremo insieme in assemblea. Nei prossimi giorni cercheremo di riunire i consigli d'istituto, aperti a tutti i genitori per continuare, scuola per scuola a difendere le nostre scelte. Quelle che abbiamo già fatto, non quelle che la Moratti vorrebbe farci fare.


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