Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità-Il Tar boccia la "pagella" Moratti L'ora di religione non è "obbligatoria"

Unità-Il Tar boccia la "pagella" Moratti L'ora di religione non è "obbligatoria"

I SINDACATI: "RITIRATELA" Il Tar boccia la "pagella" Moratti L'ora di religione non è "obbligatoria" di Roberto Monteforte/ Roma Il Tar boccia la Moratti. O meglio, la circolare ministe...

03/02/2006
Decrease text size Increase text size
l'Unità

I SINDACATI: "RITIRATELA"

Il Tar boccia la "pagella" Moratti L'ora di religione non è "obbligatoria"

di Roberto Monteforte/ Roma

Il Tar boccia la Moratti. O meglio, la circolare ministeriale n.84 del 2005, quella emanata in tutta fretta tra le proteste dei sindacati e dei Cobas dal ministro dell'Istruzione, ora in corsa per la carica di sindaco di Milano, su "Portfoglio" degli studenti e sull'ora di religione, che ha voluto inserire tra le attività curriculari. Per i giudici amministrativi non è poi così legittima, visto che hanno accolto la richiesta di sospensiva avanzata dai Cobas, dal coordinamento genitori-insegnanti e, parallelamente dalla Flc-Cgil. Due i "profili" di illegittimità rilevati alla circolare: sul "Portfoglio" le disposizioni ministeriali violerebbero le norme che regolano la privacy, perché "prima di raccogliere dati sensibili, quali biografie degli alunni, l'amministrazione avrebbe dovuto dotarsi di un regolamento". Il Tar contesta anche l'inserimento dell'ora di religione tra le materie "curriculari", visto che si tratta di una disciplina facoltativa. Plaude al pronunciamento del Tar il portavoce dei Cobas, Piero Bernocchi. "Un pezzo decisivo della riforma Moratti va in pezzi" commenta, visto che - afferma- "ora dovrebbero essere gli organi collegiali a deliberare l'adozione della scheda di valutazione". "Avevamo ragione noi" gli fa eco Enrico Panini (Flc-Cgil) che, inutilmente, aveva chiesto al Ministero, insieme a Cisl e Uil, il ritiro di questi provvedimenti e di tutti quelli "lesivi del principio di laicità dello Stato e delle norme Costituzionali". Principi messi particolarmente a rischio in questo scorcio di fine legislatura. Ieri alla Camera la maggioranza ha approvato alcune norme a favore delle scuole paritarie. Con esiti paradossali. Lo ha sottolineato il diessino Walter Tocci. "Hanno statalizzato perfino il vocabolario. Per utilizzare la parola "scuola" occorrerà conformarsi alla legge approvata oggi" ha commentato. "Le sedi e le attività di insegnamento - ha spiegato - che non presentino le condizioni di cui al comma 4 non possono assumere la denominazione di scuola". Così non solo scuole private paritarie e parificate che rilasciato titoli di studio e ricevono finanziamenti pubblici, ma a tutte le scuole dovranno "adeguarsi all'ordinamento scolastico italiano, ai suoi vincoli sulla gestione del personale e alle varie procedure amministrative". È la fine delle "scuole di sci", di quelle "di cucito", "di lingue" o "di ballo" che non potranno più fregiarsi della denominazione "scuola". Sulle ragioni di questa norma "illiberale" Tocci ha un sospetto. Sarebbe un'altra legge "ad personam" perché consentirebbe alla Moratti, nel caso diventasse sindaco di Milano, "di chiudere la scuola islamica di Milano".