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Unità: «Il tesoretto c’è, basta balletti. Sui salari intervenire subito»

Decine di migliaia di persone ai gazebo organizzati da Cgil, Cisl e Uil per chiedere il taglio delle tasse

16/02/2008
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l'Unità

di Felicia Masocco/ Roma

AUMENTI I salari devono essere aumentati, tagliando le tasse, arginando prezzi e tariffe. Va fatto possibilmente prima del voto perché il tesoretto c’è e va speso co-
me è scritto nella Finanziaria. Ma dato che le probabilità che questo avvenga sono ridotte al lumicino, Cgil, Cisl e Uil si preparano a dare battaglia al prossimo inquilino di Palazzo Chigi. È questo il senso della giornata di ieri, già destinata a uno sciopero generale ha dovuto cambiare di segno a causa della caduta del governo e quindi della naturale controparte di questa vertenza. La mobilitazione ha preso la forma di presidi in moltissime città e di una raccolta di firme sotto la piattaforma che le confederazioni presentarono il 24 novembre a Milano quando, conclusa la partita del protocollo sul Welfare, divenne evidente che c’era una vera emergenza-redditi da lavoro dipendente cresciuti in cinque anni solo dello 0,9% a fronte del 13% dei redditi da lavoro autonomo (dati Bankitalia). Quanto il problema sia sentito si è visto ieri, “tax day”, negli oltre 400 gazebo in tutta Italia presso i quali decine di migliaia di persone hanno firmato. «È stato un grande successo» hanno commentato i sindacati, i dati della raccolta (che continuerà fino alle elezioni), si sapranno nei prossimi giorni. Un primo bilancio “politico” è invece fissato per oggi, nell’assemblea dei quadri e dei delegati che si tiene a Roma che metterà in cantiere nuove iniziative.
Sul finire dell’anno la vertenza ha trovato una sponda in Romano Prodi e la stessa manovra del 2008 sposa l’obiettivo. Ma ora? Ora c’è chi arriva a mettere in discussione l’esistenza stessa dell’extragettito (lo ha fatto nei giorni scorsi il ministro dell’Economia) e questo rende ancora più sospettosi e preoccupati i leader sindacali. «Il tesoretto c’è sicuramente - afferma Guglielmo Epifani -, non so dire in che dimensioni, ma c’è. Certo è che non va bene il balletto del governo tra chi dice che c’è e chi dice che non c’è». Per il segretario della Cgil ci sono margini «per fare qualcosa prima delle elezioni. Non ho perso questa speranza, la raccolta di firme ha questo segno. Bisogna fare il massimo per farlo adesso, ma per noi va risolto in ogni caso».
Quale sarà il responso delle urne, nessuno derubrichi la questione. Né pensi, come ha annunciato Berlusconi di agire detassando gli straordinari, un incentivo a farne di più per appesantire la busta paga, come se la strage quotidiana sul lavoro non insegnasse nulla in termini di ritmi e di livelli di attenzione. La proposta viene bocciata dal segretario della Cgil, «Non ci interessa» ha detto, ribadendo che il sindacato starà in campo con le sue proposte «sulle quali invitiamo le forze politiche a misurarsi».
Le firme servono a questo, a spingere i candidati a prendere impegni sui salari. «Ne raccoglieremo milioni, non daremo tregua- promette il leader della Uil Raffaele Bonanni -. Oggi avremmo dovuto scioperare ma non è stato possibile perché ci hanno portato alle elezioni anticipate. Ma questo “tax day ha la stessa forza di uno sciopero generale». Qualcosa è già stato ottenuto. «È già positivo che la campagna elettorale discuta più di prima si lavoratori e pensionati», fa notare Bonanni. Come sempre scettico, il collega della Uil Luigi Angeletti aspetta i politici alla prova dei fatti e dei programmi elettorali che cominciano a definirsi afferma: «Bisogna dire ciò che si pensa e fare quel che si dice. E io mi accontenterei della seconda». Per la Uil, infatti, la realtà è che «i lavoratori dipendenti pagano troppe tasse in sostituzione di quelli che non le pagano e i salari italiani sono tra i più bassi». Checché ne dica la Bce che invita alla moderazione salariale, «non ci riguarda», dice Angeletti. Ed Epifani rincara la dose: «Non mi pare che negli ultimi tempi la Bce ne abbia azzeccate molte».