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Unità-In balia del tutor crolla la collegialità della didattica

Ha un marcato accento toscano, un caschetto biondo e uno spirito sbarazzino. Di Giovanna, insegnante di una scuola elementare del Mugello, si vede appena la testa che fa capolino sopra un colorato ...

16/05/2004
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l'Unità

Ha un marcato accento toscano, un caschetto biondo e uno spirito sbarazzino. Di Giovanna, insegnante di una scuola elementare del Mugello, si vede appena la testa che fa capolino sopra un colorato striscione "anti-Moratti" che tiene ben teso assieme ad altre sue colleghe. "Il forte movimento di piazza ha salvato la scuola dalla riforma. Per un anno. Infatti il ministro ha dovuto fare marcia indietro rinviando i tagli di organico al 2005 quando, se non saremo riusciti a fermare la corsa della prima poltrona del Miur, assisteremo a una caduta di cattedre di grosse proporzioni. Alle elementari arriverà un "super docente" - il tutor - che manderà in archivio le ore di compresenza e la collegialità di insegnamento. La didattica andrà completamente ripensata e il tempo mensa ridefinito". Ma a settembre che cosa si studierà sui banchi della nuova scuola primaria? "Ogni scuola dovrà presentare un proprio curriculum alla luce delle scelte che compirà con l'adozione dei libri di testo. Direttive necessarie ad evitare che sezioni diverse di una stessa classe compiano percorsi di studio differenti. Molte case editrici si sono già adeguate ai programmi della riforma, ma ogni insegnante ha una sua teoria. Infatti ci son colleghi che hanno optato per l'adozione alternativa al sussidiario classico, chi ha riconfermato i testi in uso e chi è passato al nuovo manuale, acquisendolo per un solo anno". ROMA "Chi vuol prendere in giro il ministro? Altro che riforma della scuola, questa è una bella controriforma dell'istruzione!" esclama Francesco mentre avanza lentamente tra la folla. "Ho due bambine che tra un paio di anni dovrò iscrivere alla scuola primaria. Quella nuova. Quella che mi ricorda tanto, per strutturazione e programmazione, le elementari che frequentai negli anni sessanta. Quella del futuro che la Moratti non intende costruire. Disinvestendo in cultura e volgendo lo sguardo solo ai propri interessi, infatti, tutti gli sforzi del leader di viale Trastevere sono concentrati nel plasmare il volto dei cittadini di domani: i teledeficienti". Francesco è arrivato nella capitale da Fano (Pu) pensando alle sue piccole e a quello che potrà offrirgli perchè le loro menti non siano alla mercé delle strategie politiche del governo. "La depredazione del sapere dalla scuola pubblica è sintetizzabile con una parola: tagli. Sono stati strizzati finanziamenti, dimagriti gli organici, le ore di lezione e il sapere veicolato. Il tempo pieno? in pratica un parcheggio custodito. Chi potrà salvarsi dal declino della formazione targata Moratti, manderà i propri figli alle scuole private. Ovvero, quello che volevano. Io, invece, ho fiducia nella scuola pubblica. Fino ad oggi era uno dei nostri fiori all'occhiello, invidiato e decantato in tutta Europa. Se (ma purtroppo sappiamo che non è così) come dice il ministro non cambierà nulla, perchè la riforma?"