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Unità: In piazza contro il decreto «ammazza precari»

Oggi manifestazione a Roma davanti a Palazzo Vidoni dei lavoratori del settore pubblico

02/10/2008
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l'Unità

di Giuseppe Vespo/ Milano

Rivolta precaria. Dalle università alla scuola, passando per l’istituto superiore di sanità, l’Istat, il Cnr e le amministrazioni locali. Il popolo a tempo determinato del settore pubblico alza la voce contro la norma «ammazza-precari» del ministro Brunetta. Per oggi è prevista una manifestazione davanti a Palazzo Vidoni sede del ministero della Pubblica amministrazione, da parte dei sindacati e ricercatori di Ispra, Isfol, Cnr, Ingv e Inaf, Istat ed Enea.
Ieri intanto le proteste hanno portato a manifestazioni e occupazioni, con il mondo della ricerca in subbuglio. La presidenza e la direzione generale del Cnr sono state invase da 200 ricercatori a tempo determinato. Stessa scena all’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), mentre l’agitazione del personale dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia si è tradotta in assemblee tenute in tutte le sedi dell’ente. In mattinata 300 precari dell’Istituto superiore di Sanità hanno atteso il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio, che doveva inaugurare un convegno internazionale con il premio Nobel Rita Levi Montalcini. La senatrice a vita ha espresso la sua solidarietà ai lavoratori dell’Iss, dicendosi vicina alle loro difficoltà e definendoli «un capitale umano eccellente da salvaguardare». Loro hanno avvertito che se il blocco alle stabilizzazioni avrà luogo tutte le attività che svolgono potrebbero essere sospese. Si parla di progetti di ricerca come il vaccino contro l’Aids o le malattie esantematiche, e di attività quotidiane dicontrollo come quelle sui cibi contaminati, i farmaci contraffatti e i virus influenzali.
Sempre in mattinata oltre 500 precari hanno animato un presidio davanti al Ministero del Lavoro, mentre all’Enea, l’ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente, i lavoratori in stato di agitazione sono intervenuti al workshop in corso presso la sede centrale dell’Istituto.
Secondo una ricerca della Uil, sarebbero oltre 5.000 i ricercatori precari direttamente a rischio per effetto dell’emendamento che blocca la normativa sul graduale assorbimento del precariato nella Pubblica amministrazione.
Ma non è solo il mondo della scienza o quello della scuola - che oggi con i sindacati riunirà bambini, genitori e insegnanti al ministero dell’Istruzione per il “No Gelmini day” - a farsi sentire. Le proteste hanno coinvolto anche il presidente del Consiglio Berlusconi a Napoli. A suon di «buffone» alcune decine di precari e manifestanti, tra i quali insegnanti e vigili urbani, hanno contestato il premier all’uscita dalla Prefettura.
Neanche lo slittamento all’inizio di luglio dell’entrata in vigore dello stesso emendamento placa gli animi. Ieri in Parlamento il ministro Brunetta ha precisato che lo stop è funzionale al censimento di tutte le assunzioni a tempo determinato effettuate dalle amministrazioni pubbliche. Tutte le amministrazioni dovranno rendere conto delle assunzioni fatte e spiegare se per i posti destinati ai precari esistevano altri candidati vincitori di concorso. «Se le amministrazioni avranno tutte le carte in regola bene. Altrimenti la responsabilità delle assunzioni ricadrà su di loro» con una segnalazione alla Corte dei Conti. Poi, da luglio, «mai più todos caballeros», ha precisato il ministro.
Dal 2001 al 2006, i precari statali sono cresciuti del 62%. Solo nel 2006, le amministrazioni hanno assunto 127mila impiegati a tempo determinato e 47mila atipici.