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Unità: Insegno religione. agli allievi parlo dei gay

LA SPAGNA E NOI Il prof educa già ai diritti

18/07/2006
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l'Unità

La Spagna di Zapatero ha introdotto una materia scolastica dal nome «Educazione alla cittadinanza e ai diritti umani» e non considera più l'ora di religione una disciplina determinante per esprimere il giudizio sull'alunno. «Educazione alla cittadinanza» insegna i valori del pluralismo, dunque anche il rispetto per chi ha due mamme o due papà. Molti religiosi sono insorti vedendo in contrasto le due discipline. Ci siamo chiesti: in Italia diritti umani e religione sono agli antipodi? Un prof di religione A.M., che insegna in una scuola pubblica, ci ha dato la sua testimonianza a proposito della domanda di un alunno: prof cosa pensa delle coppie gay? «Nell'ora di religione cattolica ho la possibilità di incontrare tanti ragazzi di 11-14 anni con i quali subito nasce e si sviluppa il contatto umano e la reciproca relazione di dialogo e di simpatia. A scuola l'ora di religione non è educazione della fede cristiana: alla fede cristiana si viene educati nell'ambito della comunità cristiana. Perciò l'ora di religione è uno spazio di ricerca e di scoperta culturale, storica, valoriale, spirituale, condivisa in modi personali e collettivi. In anni di lavoro scolastico, ho trovato proprio nei ragazzi il criterio per non creare contrasti fra insegnamento della religione e i principi di uno stato laico. Qualche tempo fa uno di loro mi chiese : “Cosa pensa delle coppie omosessuali?” Molti compagni e compagne sorridevano in modo malizioso aspettando la mia risposta. Con franchezza dissi loro che le coppie omosessuali sono formate da persone che si amano e si amano fortemente, tanto da affrontare difficoltà ed emarginazioni sociali per questo loro amore.

Questo fatto merita un profondo rispetto: rispetto per le persone, rispetto per il loro amore. Innanzitutto sotto un profilo umano. Se facciamo dei confronti con Gesù e con il vangelo ecco, dissi loro, che le coppie omosessuali riceverebbero da Lui riconoscimento e valutazioni del tutto trasformate rispetto alle consuetudini attuali.

Lui faceva diventare gli Ultimi Primi e i Primi li faceva diventare Ultimi, Lui conviveva abitualmente con tante persone che erano giudicate male dalla gente e dalla gerarchia religiosa ebraica: amava stare con loro, li ascoltava, dialogava, sapeva riconoscerne i valori più belli, sapeva orientarli ai valori dello spirito in una comunione umile fraterna condivisa. Lui viveva con loro. A queste considerazioni gli sguardi dei ragazzi divennero più intensi, più riflessivi, più attenti e alla fine una consapevolezza diversa si poteva constatare dentro molti di loro nel silenzio sereno e successivo che concluse le mie risposte. In quel momento non ci furono obiezioni sulla posizione della Chiesa o del Papa in merito all'argomento perché attraverso i mezzi di comunicazione sociale non arrivavano ancora le continue prese di posizione oggi tanto frequenti e martellanti. In un ipotetico futuro collaborerei molto volentieri con il mio collega di “educazione alla cittadinanza” per creare un dialogo fecondo di integrazioni reciproche frutto delle nostre diverse discipline.

Nell'ora di religione i ragazzi possono superare i loro pregiudizi religiosi infantili, porsi gli interrogativi profondi della condizione umana, riflettere sulle domande cruciali: chi ha creato Dio? Ma dopo la morte c'è davvero un'altra vita? Se Dio ci ama perché tanto dolore e tanta violenza nel mondo? perché Dio non ferma le guerre? Può esistere l’amore omosessuale?». d.v.